Quattordici anni di carcere: questa la pena chiesta dal pm di Asti Davide Greco per Mario Roggero, il gioielliere a processo per la sparatoria avvenuta due anni e mezzo fa fuori dal suo negozio di Grinzane Cavour, nel Cuneese.

L’uomo è accusato dell’omicidio di due rapinatori e del tentato omicidio di un terzo. I tre avevano rapinato il suo negozio e Roggero ha sparato in strada, mentre i malviventi erano in fuga col bottino. L’accusa è passata da eccesso di legittima difesa a omicidio perché è emerso che il gioielliere avrebbe scaricato l’intero caricatore contro i rapinatori.

I malviventi, armati di una pistola giocattolo e di un coltello, furono rincorsi fuori dal negozio e colpiti mentre stavano entrando in auto: Giuseppe Mazzarino si accasciò subito, Andrea Spinelli fuggì a piedi prima di cadere a terra pochi metri più avanti, solo l’autista Alessandro Modica riuscì ad allontanarsi, seppur ferito.

La Procura non ha fatto concessioni sul parziale vizio di mente sostenuto dalla difesa: «Roggero non è affetto da patologie, la sua condotta ha una logica criminale, la vendetta». Secondo il pm l’imputato «si è arrogato il diritto di violare il diritto alla vita per vendetta e per reinserire la pena di morte nel nostro ordinamento, ancora oggi è convinto di aver fatto bene».

A suffragare la sua tesi il pm ha richiamato anche un episodio del 2005, per cui il 68enne patteggiò una condanna, quando armato minacciò il fidanzato di una delle figlie: «Era già un giustiziere privato, un impulsivo, un irascibile, chiara dimostrazione dell’incapacità, non psichiatrica ma caratteriale, di controllarsi».

La versione dell’imputato

«Mi dispiace per tutta la grave situazione che stiamo vivendo, per le persone venute a mancare, per l'ansia che si è creata per la nostra famiglia: siamo anche noi vittime di questa tragedia», ha premesso Roggero.

Poi ha cercato di fornire una giustificazione di quanto accaduto: «Temevo avessero preso in ostaggio mia moglie, non riuscendo a completare la rapina». Roggero però non riesce a spiegare come non ricordasse di essere passato accanto a sua moglie mentre usciva all’inseguimento dei rapinatori: «Sono rimasto stupito quando ho visto i filmati, non ho quel fotogramma in testa ma quel video è tendenzioso e denigratorio».

(Unioneonline/L)

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