“Voglio chiedere scusa e perdono. Mi ero fumato una canna, uso sostanze stupefacenti quotidianamente. Ho visto la struttura del tetto rotta e mi è venuto un raptus, come se si fosse spento il cervello”.

E’ un passaggio delle dichiarazioni spontanee di Toni Essobti Badre, giovane condannato in primo grado all’ergastolo per aver ucciso a bastonate Giuseppe Dorice, 7 anni, e per aver tentato di uccidere la sorellina piccola, anche lei vittima della sua furia nella tragica notte del 27 gennaio 2019.

Ai giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, davanti ai quali si sta celebrando il processo di secondo grado per quanto avvenuto a Cardito (Napoli), Toni, difeso dall'avvocato Pietro Rossi, ha voluto, leggendo due paginette scritte in cella, ripercorrere la raccapricciante vicenda che ha visto protagonista lui e la sua compagna Valentina Casa, mamma dei due bambini su cui pende l’accusa di concorso in omicidio e tentato omicidio volontario.

Anche lei era in casa quando si sono consumate le violenze. Badre ha anche risposto affermativamente al giudice che gli ha chiesto se era vero che avesse picchiato in quel modo brutale i bambini. Il piccolo è stato pestato con una violenza inaudita: prima a mani nude, poi a bastonate, gli ha anche sbattuto la testa contro il muro. “Ci picchiava sempre”, ha raccontato la sorellina della vittima, sei anni.

Anche Valentina Casa è stata ascoltata dai giudici, la mamma dei bambini ha risposto in modo molto approssimativo alle domande che le sono state poste.

(Unioneonline/L)

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