"Quello che ho fatto è stato per l'amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo. Vi voglio bene''.

L.M., il diciassettenne che ha ucciso la fidanzata Noemi Durini a Specchia (Lecce), avrebbe lasciato questo biglietto ai suoi genitori, stando a quanto raccontato dalla mamma del ragazzo.

Il giovane già ieri, interrogato in presenza del suo legale, aveva confessato di aver ammazzato la 16enne perché lei "premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia".

Ora è in stato di fermo per omicidio volontario, dopo che ieri ha portato i carabinieri sul luogo in cui aveva nascosto il corpo della ragazza, scomparsa dal 3 settembre: una campagna in località San Giuseppe di Castrignano del Capo, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca.

"L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione", ha affermato inoltre l'indagato, "ho reagito di fronte all’ostinazione di Noemi a voler portare a termine il progetto dello sterminio della mia famiglia", aggiungendo di essere stato "innamoratissimo di lei".

"Se mi ammazzavo era meglio", ha anche detto poi.

IL LINCIAGGIO - Durante l'interrogatorio il giovane ha cambiato versione dei fatti diverse volte, parlando anche della sua gelosia dovuta al fatto che la vittima avesse - secondo quanto raccontato dal ragazzo - troppi amici.

Anche il padre di L.M. è indagato, per sequestro di persona e occultamento di cadavere, reato di cui deve rispondere anche il ragazzino.

Al termine dell'interrogatorio, intorno a mezzanotte, il 17enne ha rischiato di essere linciato dalla folla che si era radunata fuori dalla caserma dei militari.

All'uscita il giovane ha alzato la mano in segno di saluto alle persone che gli fischiavano contro - oltre un migliaio di persone, soprattutto giovani.

ISPETTORI DAI PM - Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha mandato gli ispettori per degli accertamenti sulla procura per i minorenni di Lecce, che aveva sul tavolo le denunce della mamma di Noemi contro il suo fidanzato.

Qualche settimana fa Imma Rizzo, madre di Noemi, aveva denunciato L.M. a causa del suo carattere violento. La donna temeva per la sorte della figlia e chiedeva ai magistrati di intervenire per far cessare le violenze e allontanare i due.

Ne erano nati due procedimenti - uno penale e uno civile - che non hanno portato a nessun provvedimento cautelare, neanche il divieto di avvicinamento.

La prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha aperto una pratica sul caso. L'obiettivo è capire se le denunce siano state prese sul serio o ignorate dai giudici. Se si poteva fare qualcosa per evitare un omicidio che, a sentire le parole della madre di Noemi, pareva annunciato.

(Redazione Online/F-L)

I GENITORI DEL 17ENNE SCOPRONO IN TV CHE IL FIGLIO HA CONFESSATO L'OMICIDIO - VIDEO

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