L’accento sardo? “Non si sentiva tanto e quel poco che sentivo mi sembrava normale perché mi diceva di vivere in Sardegna”. 

Roberto Cazzaniga, il pallavolista truffato da una donna cagliaritana che si spacciava per la super modella Alessandra Ambrosio, ricostruisce a Verissimo l’incredibile vicenda di cui è stato suo malgrado protagonista: per quindici anni, da quando aveva 28 anni, vittima di un raggiro che gli è costato 700mila euro.

Il contatto della presunta Ambrosio, che si faceva chiamare “Maya”, gli era stato passato da un’amica, anzi ex amica, come la definisce Cazzaniga: "Da quel momento ho iniziato a sentirla finché mi sono innamorato di lei”.

Quella che lui credeva essere la modella brasiliana di Victoria's Secret aveva un accento vagamente sardo, ma questo non lo ha insospettito affatto: “Non si sentiva tanto. Persino un amico sardo che l’ha sentita non è riuscito a coglierlo. Poi mi diceva che stava in Sardegna, quel poco che sentivo poteva averlo preso dalle persone che aveva intorno”. 

Dubbi non ne ha mai avuti? “Sì ma venivano cancellati dalle sue parole e dalle sue immagini. Io ci credevo”. Anche quando la donna all’altro capo del telefono, che gli raccontava di presunti gravi problemi di salute, ha iniziato a chiedere dei soldi: “Diceva che aveva problemi a usare i suoi conti. Io decisi di sostenere lei, la famiglia e le amiche”. Da quel momento ha perso 700mila euro: denaro suo finché ha potuto, poi chiesto in prestito quando lui stesso è finito sul lastrico. “Ero innamorato, tanto che per quindici anni non ho avuto altre ragazze: sono rimasto fedele a quella persona”.

Quando “chiedevo di vederla, di avvicinarmi a lei anche per aiutarla, ogni volta c’era una scusa: ‘Non si può perché ho problemi al cuore, devo fare un’operazione’. Poi però arrivava un altro problema”. 

E le sfilate dall’altra parte del mondo? “Mi diceva che ci andava per vedere degli specialisti e che riusciva a farle tirandosi su coi farmaci”.

“Io non riuscivo a dire stop”. Ma per fortuna sono intervenuti gli amici e i compagni di squadra: sono stati loro a contattare “Le Iene” perché, insospettiti, volevano la verità. Persino in quel momento Cazzaniga ha sperato fino all’ultimo di non essere stato vittima di truffa: “Volevo credere che Le Iene avrebbero trovato Ambrosio e l’avessero aiutata perché io non potevo più”.

"Quando mi hanno detto che non era lei è stato doloroso”, ricorda, in lacrime. Eppure  “ogni tanto non ti nascondo che mi manca ancora. Orribile che mi sia capitato questo, che ci sia chi si approfitta di persone come me. Ora sono ancora guardingo, non riesco a fidarmi”.

(Unioneonline/D)

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