Oltre trenta persone, tra medici e infermieri, sono state denunciate dai carabinieri di Palermo.

Gli indagati - in servizio alla fondazione ospedaliera di Cefalù e all'assessorato alla Salute della Regione Sicilia - avrebbero agevolato l'accesso in ospedale ad alcuni pazienti a scapito di altri: le accuse, a vario titolo, sono quelle di truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, peculato, falso e abuso d'ufficio, oltre a illecita gestione di specialità medicinali ad azione stupefacente.

Le indagini sono iniziate nel 2012 quando, nel corso di un controllo dei Nas sulle sostanze utilizzate nel blocco operatorio, sono state scoperte irregolarità nella gestione e nell'esecuzine di un intervento chirurgico da parte del primario e di altri sanitari che non avevano documentato, come invece previsto, l'operazione eseguita su una paziente minorenne.

Una sorta di "intervento fantasma" che era solo un esempio dei tanti, "compiuti con le medesime modalità illecite, per favorire la propria attività libera professionale e trarne il conseguente ingiusto profitto economico", sostengono gli inquirenti.

Inoltre "sono stati eseguiti interventi chirurgici privati utilizzando illecitamente le sale operatorie e i farmaci in dotazione all'ospedale, avendo cura di non lasciare traccia alcuna sui relativi registri". Infine il medico utilizzava, in favore dei pazienti privati sottoposti a intervento chirurgico nella struttura pubblica, alcune equipe mediche e infermieristiche che invece, in qualche caso, erano riservate alle urgenze".

Trentaquattro, in totale, le persone finite nei guai.

(Redazione Online/s.s.)
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