Assolti l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, l'ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco e altri 23 imputati. Condannato a due anni e otto mesi il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e altri 4.

Lo ha stabilito il gup del Tribunale del capoluogo adriatico Gianluca Sarandrea nella sentenza sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio del 2017, da una valanga: morirono 29 persone fra ospiti e dipendenti.

La Procura aveva chiesto per Lacchetta, sindaco attuale e all'epoca del disastro, 11 anni e 4 mesi. Le accuse a carico dell'allora prefetto Provolo, per il quale era stata chiesta una condanna a 12 anni, erano: frode in processo penale e depistaggio, omissione di atti d'ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, omicidio colposo, lesioni personali colpose. Omicidio colposo e lesioni personali colpose erano i reati contestati all'allora presidente della Provincia di Pescara Di Marco e al sindaco di Farindola Lacchetta, quest'ultimo accusato anche di disastro colposo. 

La sentenza ha sollevato la rabbia dei parenti delle vittime. «Vergogna vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo», hanno urlato, alcuni trattenuti a stento dalle forze dell'ordine. 

«Giudice, non finisce qui», ha detto un superstite, Giampaolo Matrone, 39 anni, di Monterotondo, che sotto la valanga perse la moglie Valentina Cicioni, infermiera al Gemelli.

(Unioneonline/D)

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