Ore di angoscia, con i soccorsi resi complicati dalla nebbia, e quella cabina a monte dell'impianto del Faito di cui non si hanno più notizie ad alimentare col passare del tempo il timore di una tragedia.

Tragedia che poi si è effettivamente verificata: è di 4 morti e un ferito grave il bilancio dell'incidente verificatosi sul monte Faito dove, a causa della rottura di un cavo, una cabina della funivia che collega Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, con la vetta, un panorama mozzafiato a 1100 metri sulle bellezze del Golfo, si è schiantata al suolo trascinando con sé cinque persone, due coppie di turisti stranieri e il macchinista di bordo, Carmine Parlato, dipendente dell'Eav di 59 anni.

L'unico sopravvissuto è un uomo israeliano di 30 anni, condotto in eliambulanza all'ospedale del Mare di Napoli: le sue condizioni sono «critiche». Incolumi invece i passeggeri saliti sulla cabina diretta a valle, rimasta sospesa nel vuoto a una ventina di metri dal suolo fino all'arrivo dei soccorritori, che hanno tirato fuori i viaggiatori imbragandoli uno ad uno. Nel loro caso ha funzionato il freno di sicurezza, ad evitare guai peggiori.

L'incidente è avvenuto poco dopo le 14.30. A dare la notizia della sciagura è stato l'ad di Eav, l'Ente Autonomo del Volturno che gestisce la funivia, Umberto De Gregorio: «La cabina a monte è caduta. Si temono vittime» il post sui social arrivato poco dopo le 18 che ha spezzato ogni speranza. Preceduto pochi minuti prima dall'annuncio: «Una tragedia».

L'impianto turistico - dopo la chiusura invernale - aveva riaperto i battenti in vista della stagione estiva solo una decina di giorni fa. La macchina dei soccorsi si è mossa per tempo ma le ricerche dell'unico disperso sono state complicate dal maltempo e dalla coltre di nebbia sulla sommità del Faito, proprio nel giorno in cui la Protezione Civile ha dichiarato allerta meteo di colore giallo a partire dalle 14 per il rischio temporali.

A chi chiede se ci fossero le condizioni per il regolare esercizio della funivia De Gregorio risponde così: «Abbiamo un direttore di esercizio di grandissima qualità. A volte si chiude in presenza di forte vento, evidentemente oggi ha ritenuto che le condizioni non fossero tali da imporre lo stop».

In lacrime la moglie dell'operatore a bordo della cabina precipitata, tra i primi a giungere sul luogo della tragedia. Sul posto anche il procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso: «Siamo nella fase preliminare delle indagini», ha detto annunciando l'apertura di un fascicolo contro ignoti. Si ipotizzano i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo.

La storia della funivia del Faito non è nuova a incidenti. Il più grave risale al Ferragosto del 1960 quando, a causa di un errore umano, una delle cabine giunse a valle senza riuscire a frenare la sua corsa, precipitando così sui binari sottostanti della linea ferroviaria Circumvesuviana: anche allora furono quattro i morti, con 31 feriti. Dopo quella tragedia, l'impianto è stato sottoposto a svariati interventi di ammodernamento. E più recentemente è rimasto chiuso per lavori quattro anni, fino all'ultima riapertura, avvenuta nel 2016. Molto amata dai turisti, l'anno scorso la funivia ha fatto registrare 108 mila passeggeri.

(Unioneonline)

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