Mentre si è ancora in attesa dei risultati delle consulenze relative alla perizia necroscopica effettuata sul corpo di Tiziana Cantone, riesumato nell’agosto dell’anno scorso, un nuovo triste episodio irrompe nella storia della 33enne di Mugnano (Napoli) trovata morta nella sua casa il 13 settembre 2016. La versione data nell’immediatezza era quella secondo cui si fosse tolta la vita dopo la diffusione virale di alcuni video privati.

Nelle ultime ore uno di quei filmati è tornato in Rete, su un sito a luci rosse accompagnato da parole orribili, nonostante fosse già stato rimosso ma, a quanto è emerso, è stato rimontato e ripubblicato da una società tedesca intestata a una donna. “Un nuovo grande dolore per sua madre, Maria Teresa Giglio, come se non fosse già abbastanza quello patito per la morte di una figlia”. A parlare con L’Unione Sarda è l’avvocato cagliaritano Stefano Marcialis, 48 anni, scelto dalla donna per il suo pool difensivo, insieme ai due colleghi Emiliano Iasevoli e Gianluca Condrò.

La madre di Tiziana come ha saputo che quelle immagini erano state rimesse online?

“Come lo abbiamo saputo noi, suoi legali, leggendolo sulla stampa, e poi da voci che giravano e che le sono arrivate. È stato un colpo al cuore per lei, l’ennesimo. Anche considerando tutto quello che era già accaduto in precedenza”.

A cosa si riferisce in particolare?

“A tutti i commenti osceni che sono circolati su Tiziana, i ‘meme’, le vignette, addirittura dei gadget. Una vergogna”.

A che punto sono le indagini?

“Siamo in attesa dei risultati delle perizie sull’esame necroscopico e quelli di laboratorio, i tempi sono lunghi ma è assolutamente normale dato che si è intervenuti su reperti degradati dal tempo”.

Intanto ci sono altri percorsi giudiziari per la stessa vicenda?

“C’è già un procedimento fissato a breve, sempre a Napoli, in cui la signora Giglio è persona offesa”.

Chi è l’imputato e di cosa è accusato?

“L’ex compagno di Tiziana, l’accusa riguarda la frode informatica prevista dall’articolo 640 ter del codice penale, insomma si sarebbe appropriato di materiale informatico. La nostra cliente ovviamente spera in una condanna”.

E la legge sul revenge porn?

“Quella deve essere assolutamente operativa, la rimozione dei video deve essere immediata, non si può rischiare che accada ancora a qualcun altro ciò che è successo a Tiziana. Ecco perché quella legge avrebbe dovuto portare il suo nome”.

Come sta la mamma?

“Per lei è un momento di forte sconforto, un dolore che già c’è, che è sempre presente, è tornato ancora più forte se possibile. È molto battagliera, vuole giustizia per sua figlia ma soprattutto vorrebbe che non accadesse mai più un altro caso come questo, che nessuno inoltre possa poi avere la possibilità di lucrare sulla figura di una ragazza morta”.

Ha la forza di continuare a lanciare i suoi appelli alla giustizia?

“Certo, è andata anche di recente in tv per far presente che la legge sul revenge porn deve essere operativa, intanto noi avvocati, dopo quello che è successo in queste ore, stiamo procedendo a una denuncia querela contro ignoti”.

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