A poco meno di un anno dalla prima istanza presentata all'Asl di Ancona, un 43enne tetraplegico, che ha richiesto il suicidio assistito, "dovrà essere finalmente sottoposto alla verifica delle sue condizioni che rendono non punibile l'aiuto al suicidio".

Il provvedimento del Tribunale civile di Ancona è arrivato ieri, alla vigilia della presentazione a Roma, prevista per questa mattina alla Sala Stampa della Camera, del referendum per l’eutanasia legale.

L’Associazione Luca Coscioni – da sempre impegnata sul tema del fine vita – intende raccogliere 500mila firme entro la fine dell’estate per presentare una proposta di iniziativa popolare.

L’ente ha definito "storica" la decisione secondo la quale "per la prima volta in Italia si impone a una azienda sanitaria di verificare le condizioni di un paziente per accedere al suicidio assistito in attuazione della sentenza sul caso Cappato-Dj Fabo della Corte costituzionale".

Sul tema è intervenuto anche l'avvocato Filomena Gallo, che fa parte del pool di legali che assiste il 43enne: "Il Parlamento ignora i tempi di una persona malata che chiede di smettere di soffrire, il referendum è l'unica soluzione per unirsi alla battaglia di persone come Mario (nome di fantasia)".

"Per tutta l'estate chiederemo agli italiani di unirsi alla battaglia di Mario, e di altre persone che vogliono poter scegliere come morire, ma son costretti o a impegnativi viaggi all'estero o terminare la vita in un dolore che non vogliono sopportare", ha aggiunto. 

(Unioneonline/F) 

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