La strada ormai è tracciata, e il “super Green pass” fa passi da gigante. Da scienziati e medici a governatori e ministri, si allarga con il passar dei giorni la platea di chi lo invoca.

Il timing prevede, dopo l’incontro governo-regioni e una serie di riunioni tecniche, la cabina di regia e il successivo Consiglio dei ministri, forse giovedì. In questa sede potrebbero essere decisi i primi provvedimenti, come la riduzione della validità del certificato a 9 mesi e l’obbligo delle terze dosi per personale sanitario e delle Rsa, ma non è escluso che l’esecutivo decida di rimandare  tutto alla settimana successiva, varando un unico pacchetto che prevede anche il cosiddetto “super Green pass”. Dovrebbe entrare in vigore a dicembre, ha detto il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.

COSA È E A COSA SERVE – Si passerebbe al modello “2G” tedesco e austriaco. La stretta sui non vaccinati non riguarderà i trasporti, come pure si era ipotizzato. Lo ha ribadito oggi il ministero delle Infrastrutture, gli stessi sindacati sostengono che senza personale ad hoc i controlli sarebbero “impossibili”. E non riguarderà neanche gli uffici, si potrà continuare ad andare al lavoro con l’attuale certificato, ottenibile anche mediante tampone negativo (potrebbe essere ridotta la durata, a 48 ore per il molecolare e a 24 per l’antigenico, che alcuni esperti vorrebbero escludere dai requisiti per ottenere il Green pass).

Escluso il ricorso all’obbligo vaccinale per tutti (ma potrebbe essere esteso ad alcune categorie come personale scolastico e forze dell’ordine), al tavolo c’è l’intenzione di negare ai non vaccinati l'accesso ai servizi di socialità. Parliamo di cinema, teatri, luoghi della cultura, bar e ristoranti, stadi, palestre. Ma solo nel caso si finisca in zona gialla, prospettiva che se i contagi dovessero ancora aumentare è vicina per diverse Regioni. Non è un caso se – stima Coldiretti – un italiano su dieci ha deciso di anticipare lo shopping natalizio.

Sul fronte vaccinale si cerca di allargare la platea degli immunizzati il più possibile: da lunedì apre la somministrazione della terza dose agli over 40, mentre si pensa a un anticipo della dose “booster”, non più dopo sei ma dopo cinque mesi dalla seconda.

LE DICHIARAZIONI – Una stretta che appare inevitabile. “Servono misure il prima possibile”, chiede il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli (che ha già dati da zona gialla) Massimiliano Fedriga.

Quella del super Green pass è una decisione che “da un lato potrà convincere gli ultimi indecisi, dall’altro dare certezze alle imprese", continua Fedriga. “Se noi non interveniamo il risultato è che se una Regione passa in zona arancione o rossa è chiuso per tutti, non è che non si chiude per nessuno".

Nessuna discriminazione: “Non si esclude nessuno, ma a chi ha una minore propensione al rischio ospedalizzazione diciamo ‘puoi fare un po’ più di cose’”.

Anche Luigi Di Maio ribadisce lo stesso concetto: “L’alternativa a Green pass e vaccini è chiudere tutto, non ce lo possiamo permettere né lo vogliamo”. Mentre il sottosegretario alla Salute Andrea Costa chiede in questo momento “di far prevalere il senso di responsabilità” e lancia un appello ai tifosi: “Indossate le mascherine allo stadio”.

(Unioneonline/L)

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