Si stringe il cerchio intorno a una donna che la Polizia ritiene essere una delle persone responsabili dell’aggressione con l’acido subita nella notte tra domenica e lunedì a Napoli da due sorelle di 24 e 17 anni.

Gli investigatori mantengono il più stretto riserbo, ma secondo quanto trapela la donna farebbe parte della cerchia familiare delle due vittime ed è stata a lungo interrogata negli uffici della Questura dal pm Giulia D’Alessandro.

In sei, tra cui tre ragazze, sono entrate in azione in sella a tre scooter all’una di notte in corso Amedeo di Savoia, nel rione Sanità.

I PRECEDENTI 

Dissidi che hanno preso una brutta piega, a quanto pare. Tre settimane fa le due sorelle avevano ricevuto il primo avvertimento, quando la loro Smart è stata avvolta dalle fiamme.

Dalle indagini emerge che i social hanno avuto un ruolo determinante nell’esacerbare gli animi e gli inquirenti sono convinti che tutto abbia avuto origine da una vicenda sentimentale, non per forza inquadrata in un tradimento.

Grave il reato ipotizzato dal sostituto procuratore, “deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso”, prevede pene tra 8 e 14 anni di reclusione.

Gli inquirenti hanno passato al setaccio i profili social delle persone coinvolte e ascoltato diverse altre persone tra parenti e amici delle vittime ritenute a conoscenza dei fatti.

L’ultimo post di una delle due vittime è arrivato un’ora prima dell’aggressione, alle 23.58 di domenica. Ha pubblicato un proverbio, “peggio della bugia che ha le gambe corte, c'è l'invidia che ha la lingua lunga”, e lo ha commentato così, "lingua lunga ma di bugie... precisiamo".

Un post dello stesso tenore lo aveva pubblicato poche ore prima: “Quello che odiano di te è perché manca a loro”.

(Unioneonline/L)

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