Quel cadavere era troppo pesante, ben 120 chili, e il necroforo mentre lo sollevava è stato colpito da un infarto. Per questo il comune di Napoli, di cui l’uomo è dipendente, è stato condannato al risarcimento del danno biologico e morale.

Il caso risale al 2 gennaio 2019. L'uomo, mentre sollevava e trasportava per le scale di un albergo della zona di piazza Garibaldi una salma del peso di oltre 120 chili, insieme a un collega, è stato colto da una forte fitta al petto e mancanza di respiro. La sera stessa è stato ricoverato e il giorno dopo operato per infarto, per poi essere dimesso nel giro di pochi giorni.

Il necroforo, che già era affetto da “cardiopatia ischemica cronica”, ha fatto causa al comune perché la rimozione della salma – secondo il regolamento dell’amministrazione – andava fatta almeno in quattro persone e con attrezzatura meccanica.

Nel suo ricorso inoltre l’uomo ha ripercorso tutta la sua lunga carriera, 40 anni di servizio durante i quali ha sollevato centinaia di salme “in condizioni di disagio, prelevando, ad esempio, i cadaveri da fossati, anche di notte, con climi freddi o torridi, sotto la pioggia battente, scendendo numerose scale come nel caso dell'infortunio”. Il tutto senza il necessario supporto di uomini e materiali.

Il giudice ha dato ragione al lavoratore decidendo per il “parziale accoglimento del ricorso” e condannando “in via generica” il Comune di Napoli al risarcimento del danno biologico (in misura corrispondente al 20%) e morale. L'entità del risarcimento sarà quantificata in separato giudizio. (Unioneonline/L)

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