Un altro colpo di scena nella vicenda di Serena Mollicone, la 18enne di Arce, nel Frusinate, uccisa nel 2001 e ritrovata in un boschetto due giorni dopo. Al processo davanti alla Corte d’assise di Cassino, dove sono alla sbarra cinque persone, il colonnello dei carabinieri Fabio Imbratta ha rivelato alcuni particolari importanti: “Una volta riesumata la salma della povera – ha spiegato - avevamo necessità di analizzare anche gli organi che erano stati prelevati nel corso dell'autopsia effettuata qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo. Reperti custoditi dal medico legale D'Aloja e che sono spariti. All'appello mancano oltre che la parte inguinale della giovane anche il sopracciglio che, secondo la ricostruzione, avrebbe sbattuto con violenza contro la porta della caserma".

L’alto ufficiale ha inoltre aggiunto che la ragazza “è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce. E non lo dico io ma i tanti accertamenti scientifici e le lesioni sulla porta compatibili per altezza e spessore. Le dichiarazioni fornite da Santino Tuzi (il carabiniere che si è tolto la vita nel 2008, ndr) sono state fondamentali così come quelle rilasciate da Carmine Belli (il carrozziere indagato, ndr) poi artatamente e volutamente modificate per farlo divenire un capro espiatorio".

(Unioneonline/s.s.)

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