A seguito dello sciame sismico segnalato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con evento maggiore di magnitudo 4.4 registrato alle 20.10, il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato l’Unità di Crisi in collegamento con i comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli, la Prefettura di Napoli, la Regione Campania, il Centro Operativo Nazionale e il Comando regionale dei Vigili del Fuoco.

Nessun ferito,  ma sono state riscontrate alcune lesioni agli edifici e la caduta di qualche calcinaccio.  Per garantire l’assistenza alla popolazione si sta procedendo all’allestimento di aree di accoglienza, all’attivazione del volontariato di protezione civile a supporto delle autorità locali e il rafforzamento dei controlli sulla viabilità.

È in corso anche la verifica delle reti dei sottoservizi e l’attivazione di tutti i centri di coordinamento in raccordo tra loro.

Questa mattina da un lato, sul lungomare di Pozzuoli, c'è qualcuno che fa footing. Dall'altro lato c'è chi ha appena trascorso la notte in auto.

Giovanni, sua sorella, l'amica Caterina con due cagnolini e il cognato hanno dormito tutti in auto. E c'è una cosa che li ha colpiti: «L'allarmismo della gente ieri è stato il vero pericolo». «Sia chiaro», racconta Giovanni, «qui tutti abbiamo paura del terremoto. Noi per primi vivendo in una zona interna di Pozzuoli abbiamo deciso di trascorrere la notte in auto. Ma quello che abbiamo visto ieri, è accaduto davvero poche volte».

Giovanni racconta che dopo la forte scossa, la più forte degli ultimi quarant'anni, la gente «è letteralmente impazzita. Quando c'è stata la scossa successiva a quella fortissima la gente ha dato i numeri», continua Giovanni, «ha iniziato a correre in strada e, cosa pericolosa, si è messa alla guida dell'auto cercando di fuggire in tutti modi. Così si è scatenato il caos. E così si potevano creare situazioni di serio pericolo». C'è un altro punto che i ragazzi sottolineano. «La gente è poco informata non sa cosa fare, non sa dove andare, non sa dove sono i punti di fuga», continua Giovanni, «ieri siamo riusciti a sapere soltanto la magnitudo della scossa, la profondità e nient'altro. Nessuno è venuto ad informarci in strada, anche sui social poche sono state le informazioni. È così che si crea il panico tra la gente».

(Unioneonline)

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