È finita tra le polemiche e l'annuncio del ricorso alle carte bollate la giornata dell'anniversario della strage di Acca Larentia, una delle pagine più tragiche degli anni di piombo a Roma. Tutto per l'iniziativa di decine di militanti di destra che, come da tradizione, hanno commemorato con saluti fascisti e "presente" i tre militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccisi a Roma il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del Msi.

Una cerimonia, quella con i saluti romani, avvenuta dopo e in un altro luogo rispetto a quella istituzionale a cui hanno partecipato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l'assessore alla Cultura Miguel Gotor per il Campidoglio che hanno deposto due corone di alloro, alla presenza tra gli altri del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. La vicinanza dei due eventi, la prima, quella istituzionale, nel piazzale dove c'è la targa delle tre vittime e la seconda davanti alla ex sede del Msi, ha però innescato la polemica, con il Pd di Roma e Più Europa che hanno sollecitato il presidente Rocca e la premier Giorgia Meloni a prendere le distanze.

«Braccia tese e saluti romani alla commemorazione di Acca Larentia alla presenza del presidente della Regione Lazio Rocca e della vicepresidente Angelilli. Commemorare i morti è una cosa, dare copertura istituzionale ad adunate fasciste è altro», ha scritto Emanuela Droghei, consigliera regionale e coordinatrice della segreteria Pd Roma. «La cerimonia istituzionale a cui ho preso parte, e alla quale ha partecipato l'assessore di Roma Capitale Miguel Gotor, è stata estremamente composta e animata dalla sola intenzione di ricordare tre vittime degli Anni di Piombo – la precisazione del presidente Rocca -. Nessun saluto romano davanti ad alcuna carica istituzionale, come lo stesso Gotor può confermare. Se ci fossero stati saluti romani non avrei esitato a stigmatizzarli e a prenderne le distanze. Accusare il sottoscritto di dare copertura istituzionale a adunanze fasciste è diffamatorio e la Droghei ne renderà conto in Tribunale».

«Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924. Presenteremo un'interrogazione al Ministro Piantedosi, quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione», ha scritto sui social la segretaria Pd, Elly Schlein. «Non è in discussione l'umana pietà per i morti e neanche la condanna della violenza politica di ieri e di oggi. Tutta, senza distinzione. Ma il saluto romano, fatto in occasione del ricordo di Acca Larentia, è esso stesso simbolo di morte, violenza e sopraffazione. Per questo dovrebbe essere condannato in primo luogo dalle forze politiche. Tutte. Chi non lo fa è complice», le parole dell’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti. 

Per il leader di Azione Carlo Calenda è «una vergogna inaccettabile in una democrazia europea».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata