"Hanno tolto la scorta a Sandro Ruotolo, giornalista da sempre impegnato in inchieste sulle mafie".

Ad accendere le luci sul caso è l'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, che in un post su Twitter rivela anche un "piccolo" retroscena sul cronista.

Ruotolo, ha scritto Orlando, è "anche il giornalista che si è occupato della 'Bestia', il dispositivo propagandistico del ministro dell'Interno. Casualità? Lo chiederò in Parlamento".

Nessuna replica per il momento da Matteo Salvini o dalla Lega, mentre si leva un coro di sostegno in favore del giornalista, da diversi anni protetto dopo le minacce dal carcere ricevute da Michele Zagaria, boss del clan dei Casalesi.

"Ho sentito poco fa Sandro Ruotolo - ha detto il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra -. Inutile dire che ha tutta la mia stima ed apprezzamento per il suo lavoro di giornalista impegnato da decenni contro le mafie. Per il suo impegno è stato minacciato, perché sta sul campo e racconta il reale, senza giri di parole. Si devono proteggere i giornalisti esposti. Sandro è uno di questi. Nel rispetto del lavoro delle istituzioni preposte, io sto con Sandro".

Polemiche anche da parte dei 5 Stelle con la deputata del MoVimento 5 Stelle Vittoria Baldino che ha scritto che "i giornalisti impegnati contro le mafie devono essere sempre protetti. Nessun passo indietro, bisogna far sentire a Sandro Ruotolo che lo Stato è con lui". Le fa eco la collega Stefania Ascari: "Chi lotta ogni giorno contro la criminalità organizzata, deve essere protetto dallo Stato. Senza se e senza ma".

"Le minacce di un boss come Michele Zagaria - ha detto ancora l'ex magistrato e senatore di Liberi e Uguali Pietro Grasso - non hanno data di scadenza. Sarebbe bello se non ci fossero più pericoli per Sandro Ruotolo, ma non si può abbassare l'attenzione sui giornalisti minacciati senza avere certezze. La revoca decisa dal Viminale mi preoccupa molto. Chiederemo spiegazioni".

(Unioneonline/D)
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