Un tragico incidente, che ha trasformato la tranquilla domenica di Vaprio d'Agogna, 950 abitanti in provincia di Novara, in un incubo. "Abbiamo sentito delle urla e siamo usciti di casa per vedere cosa stesse capitando", raccontano alcuni vicini di casa che per primi hanno soccorso la piccola vittima. "I bambini - aggiungono ancora scossi per la tragedia - piangevano nel cortile dei Beldì". Il corpicino di Alberto era lì, schiacciato sotto il peso del cancello che - per cause che ora dovranno essere appurate dai carabinieri - si è staccato dai cardini e lo ha travolto. "All'inizio - raccontano gli zii della vittima - pensavamo che non avesse funzionato la fotocellula del cancello e che Alberto fosse finito pizzicato dai battenti, ma poi abbiamo capito che non era così e che il cancello si era stacca dal muro e lo aveva colpito. Una tragedia assurda - sottolineano - che non ha spiegazione. E che aumenta ancora di più la nostra disperazione". Per liberare il bambino da quei pesanti battenti i soccorritori ci hanno messo almeno un'ora. "L'ambulanza è arrivata subito - dicono i vicini - ma non è stato facile soccorrerlo, perché quel cancello era davvero pesante". Inutile la corsa all'ospedale Maggiore di Novara e il ricovero nel reparto di rianimazione, dove Alberto è morto per le ferite riportate nell'incidente. La tragedia ha gettato nella disperazione la famiglia di Alberto - il padre Fabrizio, la madre Ivana e i due fratellini Giulia e Alessio - che è molto conosciuta a Vaprio d'Agogna. Qui infatti c'è l'azienda fondata dai nonni - la 'Nuova Elvà, specializzata nella produzione di sistemi di automazione - e la villetta di via Baraggiola che i Beldì avevano fatto costruire con amore e sacrifici. "Era la dimora dei loro sogni", dicono distrutti dal dolore gli zii, che ora piangono la morte del loro nipote. "Una morte - ribadiscono affranti - assurda e inspiegabile".
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