Come previsto non c’è ancora l’intesa tra i 133 cardinali elettori del 267esimo successore di Pietro: la prima fumata dal comignolo della Cappella Sistina, a tre ore dall’Extra Omnes, è nera.

A pesare, secondo quanto si apprende, sarebbero state una serie di concause: in primis la lunghezza della meditazione tenuta dal cardinale Raniero Cantalamessa, durata 45 minuti, ma anche il fatto che i porporati, oltre a essere 18 in più rispetto al 2013, nella maggior parte sono neofiti e diversi di loro non parlano italiano. Quindi le operazioni di voto hanno preso decisamente più tempo. Domani si riparte alle 8, con quattro votazioni previste e due fumate: una al mattino e un'altra la sera.

Emozionate e anche un po’ deluse le oltre 40.000 persone che in silenzio hanno atteso con pazienza per ore l’esito del primo voto. Altre migliaia sono rimaste collegate al canale YouTube di Vatican News che ha trasmesso in diretta le immagini del comignolo, un numero che è cresciuto di minuto in minuto mentre la fumata ritardava. Cosa è successo è impossibile saperlo, poiché sull’intero iter vige il segreto assoluto, ma è certo che i tempi si sono dilatati rispetto a quelli pronosticati dalla Sala Stampa Vaticana, che aveva fissato il primo esito intorno alle 19.

L’EXTRA OMNES

Nel pomeriggio dopo la messa “pro eligendo” di questa mattina e la tappa pomeridiana nella Cappella Paolina, i 133 cardinali elettori (mai così tanti) del 267esimo successore di Pietro hanno raggiunto in processione il capolavoro di Michelangelo che dal 1878 è sede stabile di ogni Conclave.

Qui, il canto del “Veni Creator” e l'invocazione allo Spirito Santo. Quindi il giuramento, prima collettivamente poi singolarmente uno per uno. È il latino la lingua parlata nella Cappella Sistina: inni, preghiere e giuramento, prima dell'avvio del conclave, sono stati pronunciati nell’antica lingua della Chiesa.

Intorno alle 17.45 l'"Extra Omnes" intimato dal Maestro delle cerimonie, mons. Diego Ravelli, la chiusura della porta e il via ufficiale al Conclave, tra gli applausi di una Piazza San Pietro gremita. Da questo momento in poi nessun collegamento tra i cardinali e il mondo esterno.

I tavoli ricoperti con drappi rossi e tovaglie marroni sono stati disposti lungo tutta la Sistina in quattro file, un po' sfalsate, due a destra e due a sinistra.

A porte chiuse e lontani dalle telecamere, i cardinali – questa la procedura – hanno ascoltato la meditazione di Cantalamessa alla fine della quale sia lui che il Maestro delle cerimonie hanno lasciato a loro volta la Sistina. A quel punto il cardinale decano, che all'interno del conclave è Pietro Parolin, ha chiesto ai cardinali se procedere al primo scrutinio.

Quindi si è passati alla votazione vera e propria per il nuovo Papa per la quale il quorum è di 89 voti, il più alto nella storia dei conclavi. 

IL NUOVO CONCLAVE

Creando 108 elettori sui 133, Bergoglio ha completamente ridisegnato il collegio, rendendolo meno euro-centrico del passato, con le periferie che non sono mai state tanto rappresentate.

Nelle 12 Congregazioni che hanno preceduto il voto, tra i porporati si è delineato il profilo di «un Papa pastore, maestro di umanità, capace di incarnare il volto di una Chiesa samaritana, vicina ai bisogni e alle ferite dell’umanità». E, nonostante le divisioni emerse negli interventi, in tanti hanno concordato sulla necessità di portare avanti le riforme avviate da Francesco: la lotta agli abusi, la trasparenza economica, la riorganizzazione della Curia, la sinodalità, l’impegno per la pace e la cura del creato. 

Accanto alla Sistina intanto, nella Cappella delle Lacrime che accoglierà il futuro Papa, sono già pronte le talari bianche in tre taglie diverse. Serviranno per vestire qualunque fisicità abbia il nuovo vescovo di Roma. Per trovarlo si va avanti domani, con quattro turni, due al mattino (10.30 e 12) e due al pomeriggio (17.30 e 19).

I FAVORITI

Entrano da favoriti gli italiani, Pietro Parolin e Pierbattista Pizzaballa, ma spicca anche la figura di Jean-Marc Aveline, il cardinale di Marsiglia. Una figura, questa, vicina a Matteo Zuppi, e si vedrà nelle prossime ore se l'ala più in continuità con Francesco deciderà di puntare sull'uno o l'altro. Sale un uomo di curia, Robert Francis Prevost, che in questi anni si è occupato del delicato dicastero dei vescovi.

Per la Chiesa più emergente, quella asiatica, si ripetono i nomi dei cardinali filippini Luis Antonio Gokim Tagle e Pablo Virgilio Siongco David. E ancora: c'è sempre la suggestione del primo Papa africano con in pole position Fridolin Ambongo Besungu.

(Unioneonline)

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