"Che ho fatto", ha detto scoppiando in lacrime al giudice Raul Bisultanov, il 24enne che ha pestato a morte Niccolò Ciatti nella discoteca Sant Trop, a Lloret de Mar.

Nel corso dell'interrogatorio si è messo a piangere più volte e si è mostrato pentito: "Vorrei non aver fatto questa cosa orribile, i miei genitori sono malati, fatemi tornare a casa", ha chiesto al magistrato di Blanes.

Richiesta non accolta dal giudice, che lo ha mandato in carcere per la gravità del gesto e per il pericolo di fuga.

Il giovane ora rischia oltre 20 anni di carcere. Gli amici, invece, restano indagati, ma non per omicidio volontario, quindi sono a piede libero e possono tornare nei loro paesi di residenza in Francia.

Uno dei due, Masmar Magamadov, è il ragazzo che ha preso per il collo Niccolò prima che arrivassero gli amici; l'altro, Khabiboul Khabatov, sarebbe solo scappato dopo la tregedia e non avrebbe alcun ruolo nel pestaggio.

Bisultanov invece è colui che ha sferrato a Niccolò il calcio in testa fatale, ed è stato anche il primo ad attaccarlo, iniziando a colpirlo all'interno del locale per futili motivi.

I due hanno provato a giustificare l'amico, dicendo che era "ubriaco e sotto effetto di droghe". Versione a cui gli inquirenti non credono, vista la rapidità e la precisione con cui si muovevano i tre che, raccontano testimoni, "agivano come dei paramilitari".

Bisultanov è un atleta di lotta libera, partecipa a vari campionati ed è tesserato per una società francese. Il suo allenatore ne ha parlato ai media spagnoli: "Si tratta di un ragazzo non violento, tranquillo, che non ha mai creato problemi".

Intanto parenti e concittadini del 22enne ucciso continuano a chiedere giustizia. Il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, vuole che il comune si costituisca parte civile.

E, dopo gli appelli del papà, arriva anche quello della sorella di Niccolò, che ha lanciato una petizione che ha raccolto già 4mila firme.

"Voglio giustizia per Niccolò, un ragazzo di 20 anni non può morire in discoteca: chiediamo che chi ha sbagliato paghi, e purtroppo non sta accadendo", ha scritto Sara Ciatti.

E questa sera, in attesa che le autorità spagnole diano il via libera al rimpatrio della salma, la comunità di Casellina, quartiere di Scandicci in cui viveva il 22enne ucciso, si riunisce per una veglia di preghiera nella parrocchia di Gesù Buon Pastore.

LA BRUTALE AGGRESSIONE - VIDEO

(Redazione Online/L)

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