Il 2024 ha fatto registrare il record di lavoratori minorenni in Italia: 80.991 nell’età compresa tra i 15 ed i 17 anni. Un numero che continua ad aumentare e che rivela un'emergenza soprattutto sociale.

È quanto si evince dall’ultimo rapporto dell’Unicef diramato in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

Tra le regioni, la Sardegna è uno dei territori dove il fenomeno presenta i numeri più altiNell’Isola la percentuale di minorenni che lavora è infatti del 6,2% sul totale del under 18, quinto dato più significativo – identico a quello della Puglia – dopo Trentino Alto Adige (21,63%), Valle D'Aosta (15,34%), Abruzzo (8,46%) e Marche (7,57%).

Sull’emergenza lavoro minorile è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Si calcola che oltre 160 milioni di minori nel mondo siano ancora coinvolti in forme di lavoro che mettono a rischio la loro salute, ostacolandone lo sviluppo e violandone la libertà». Il Capo dello Stato ha ricordato anche che la nostra Costituzione, agli articoli 31 e 34, «afferma con chiarezza il dovere della Repubblica di proteggere l'infanzia e garantire il diritto all'istruzione».

Secondo i dati Unicef, negli anni post Covid-19, in Italia si è registrato un aumento progressivo dei lavoratori minorenni sia dipendenti che indipendenti: 51.845 nel 2021; 69.601 nel 2022; 78.530 nel 2023. Fino al record del 2024.

L'incremento si registra anche per i lavoratori entro i 19 anni di età: nel 2023 i erano 415.495 (divisi tra 258 mila maschi e 157mila femmine), rispetto ai 377.440 del 2022 e ai 310.400 nel 2021. Con un aumento del +35% dal 2019 al 2023. Si tratta di ragazzi «spesso invisibili, costretti a svolgere lavori pericolosi per sopravvivere», ha sottolineato Mattarella.

Unicef snocciola anche i dati sulle denunce di infortunio dei lavoratori tra i 15 ed 17 anni. Numeri che parlano chiaro: il numero è salito dai 5.816 del 2020 ai 18.825 nel 2023, con sei infortuni mortali nella stessa fascia d'età nel quinquennio 2019-2023.

«In generale – ha ricordato ancora Mattarella – negli ultimi decenni l'azione congiunta di governi, organizzazioni internazionali e società civile, ha sottratto milioni di bambine e bambini a condizioni di lavoro degradanti, reinserendoli in percorsi di istruzione, protezione e crescita. Frutto di un impegno corale, questi risultati rischiano oggi di essere compromessi dalle crisi globali, dai conflitti armati, dai cambiamenti climatici, dall'aumento delle disuguaglianze». Per questo, conclude il Capo dello Stato, «operare per la piena affermazione dei diritti dei bambini è un dovere sociale che misura la civiltà e la coesione di un popolo. È il fondamento su cui costruire una società più giusta, capace di affrontare con responsabilità le sfide presenti e quelle future».

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata