Militare italiano mortole cause sono naturali
Quando sono andati a svegliarlo, per il suo turno di guardia, era cianotico, respirava a stento. Subito sono scattati i soccorsi. E' stato trasportato in elicottero all'ospedale militare da campo di Herat ma non ce l'ha fatta. E' morto così, stamani, il caporal maggiore Alessandro Caroppo, di 23 anni, uno dei 2.400 militari italiani presenti in Afghanistan.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Cause naturali", spiegano al comando del contingente. A stabilire quali sarà l'autopsia, che viene sempre disposta quando muore un militare italiano in missione. Caroppo - originario di San Pietro Vernotico (Brindisi) ed in servizio all'8/o reggimento bersaglieri di Caserta - faceva parte del convoglio di militari italiani che è stato ripetutamente attaccato in questi giorni. Il giovane si è sentito male nella base di Qal-i-now, nell'ovest, dove c'è un Team di ricostruzione provinciale a comando spagnolo e un accasermamento utilizzato dalle colonne militari per le loro soste durante gli spostamenti da e per Herat, il capoluogo della regione. A garantire la sicurezza del presidio sono gli stessi militari che lo occupano temporaneamente e Caroppo sarebbe dovuto montare di guardia alle 4, ma quando i suoi compagni lo hanno visto in quelle condizioni hanno subito attivato i soccorsi. Ad Herat, dove è stato trasporato in elicottero, hanno fatto di tutto per rianimarlo, ma inutilmente: il giovane è morto alle 6:30. La colonna militare italiana era giunta a Qal-i-now dopo un viaggio durissimo. I bersaglieri dell'8/o reggimento avevano finito il loro turno di tre settimane all'avamposto di Bala Morghab e stavano tornando ad Herat. Erano partiti all'alba di venerdì scorso quando alle 8:25, a circa 5 chilometri a sud-ovest del villaggio di Akazai, nella provincia di Badghis, uno dei loro 'Lincè è saltato su un ordigno posto sul ciglio della strada: il mezzo è stato danneggiato, ma i militari non hanno subito conseguenze. Solo uno, il primo caporalmaggiore Attilio Porcaro, è rimasto contuso. La colonna ha quindi bivaccato la notte in una base ancora in costruzione e poi, ieri mattina presto, è ripartita. Alle 9:40, sempre nella provincia di Badghis, un altro ordigno è esploso al passaggio del convoglio. In questo caso non ci sono stati nè danni, nè feriti, ma la colonna è stata presa di mira poco dopo con lanciarazzi e fucili automatici. I militari hanno risposto al fuoco ed hanno continuato il loro cammino verso Herat, scortati da due elicotteri Mangusta, fermandosi per la notte a Qal-i-Now. Qui la tragedia di Caroppo, che ha colto tutti di sorpresa: era stanco come tutti, ma stava bene, assicurano i suoi commilitoni. Sarà l'autopsia, non appena la salma sarà giunta in Italia, ad accertare la natura del malore. A dare la notizia ai familiari è stato, con una telefonata, il generale Francesco Arena, comandante della regione ovest della missione Isaf. Ad Herat, quartier generale italiano, c'è sgomento e tristezza per quanto accaduto: "Piangiamo un nostro fratello in armi", dicono.
LA FAMIGLIA. La notizia li ha raggiunti all'alba. Erano le 4:30 quando una telefonata da parte dell'esercito li ha informati della morte del loro congiunto e per la famiglia del caporal maggiore Alessandro Caroppo, di 23 anni, morto apparentemente per cause naturali nella base di Qal-i-now, nell'ovest dell'Afghanistan dove era in missione, è stato lo strazio come racconta il sindaco della cittadina, Gianpietro Rollo, tra i primi ad andarli a trovare. Dopo pochi minuti, la casa della famiglia, in via Lazio, è stata meta di parenti e amici. Quando è arrivato il sindaco c'erano oltre ai genitori, gli zii, la fidanzata di Alessandro, il nonno, e militari del distretto di Lecce dell'esercito. "Un dolore indicibile" racconta il sindaco che ha già annunciato la proclamazione del lutto cittadino per il giorno in cui si terranno i funerali. Alessandro Caroppo avrebbe dovuto concludere la sua missione il 5 ottobre prossimo. La sua - racconta Rollo - era una vera passione: era entrato nei bersaglieri quattro anni fa e aveva già preso parte a una missione in Libano. L'altro giorno, quando era scampato agli attentati avvenuti al passaggio del suo convoglio, aveva telefonato a casa per tranquillizzare i suoi genitori. Al telefono suo padre, Biagio, cercava di capire se lui fosse rimasto traumatizzato da quegli episodi ma Alessandro li aveva tranquillizzati: "Non vi preoccupate - aveva detto - sto bene, va tutto bene". Ora il padre e la madre ricordano i tentativi, inutili, che avevano fatto per indurlo a non partire e piangono per questa morte improvvisa, ma lui - ricordano - aveva un forte senso del dovere e ci teneva tanto a partire. Alessandro non aveva mai avuto problemi di salute, anzi era una atleta. In paese aveva praticato diversi sport, dal calcio al basket, insieme con lo stesso figlio del sindaco. E anche questo ha contribuito ad aumentare il senso di costernazione dei suoi famigliari. La salma - ha confermato il sindaco - dovrebbe giungere a Ciampino martedì prossimo e presumibilmente il giorno successivo sarà sottoposta ad autopsia. Ad attenderla ci saranno i suoi famigliari per i quali l'esercito ha già messo a disposizione un aereo e uno psicologo. Altrettanto farà il comune con delle auto. Presumibilmente tra giovedì e venerdì il trasferimento a San Pietro Vernotico nella cui sala consiliare sarà allestita la camera ardente.