«L’anno trascorso è stato denso di eventi politici e istituzionali di rilievo». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel tradizionale messaggio di fine anno a reti unificate, sottolineando «il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna. Questa è una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà».

UCRAINA – Mattarella ha anche parlato della guerra in Ucraina: «Siamo in attesa di accogliere il nuovo anno ma anche in queste ore il pensiero non riesce a distogliersi dalla guerra che sta insanguinando il nostro Continente. Il 2022 è stato l'anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti», ha detto il capo dello Stato, auspicando che il nuovo anno possa essere «l'anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze».

«Pensiamoci – ha aggiunto Mattarella – se l'aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili. Non ci rassegniamo a questo presente. Il futuro non può essere questo».

Il presidente ha poi ricordato la battaglia per i diritti in Iran e fatto gli auguri a Papa Francesco, ricordando al contempo Joseph Ratzinger, morto proprio la mattina del 31 dicembre. 

COVID – «Dal Covid - purtroppo non ancora sconfitto definitivamente - abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare», ha detto Mattarella. «Abbiamo compreso – ha aggiunto – che la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta sono risorse preziose di una comunità, e tanto più sono efficaci quanto più sono capaci di integrarsi, di sostenersi a vicenda. Quanto più producono fiducia e responsabilità nelle persone».

«Occorre – ha proseguito - operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona  e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive». 

LA REPUBBLICA – «La Repubblica – ha sottolineato poi Mattarella - siamo tutti noi. Insieme. Lo Stato nelle sue articolazioni, le Regioni, i Comuni, le Province. Le istituzioni, il Governo, il Parlamento. Le donne e gli uomini che lavorano nella pubblica amministrazione. I corpi intermedi, le associazioni. La vitalità del terzo settore, la generosità del volontariato. La Repubblica - la nostra Patria – è costituita dalle donne e dagli uomini che si impegnano per le loro famiglie. La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l'Italia e quindi al bene comune. La Repubblica è nel sacrificio di chi, indossando una divisa, rischia per garantire la sicurezza di tutti. In Italia come in tante missioni internazionali».

AMBIENTE – Non è mancato un passaggio sull’ambiente: «Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il futuro dell'umanità, significa affrontare con concretezza la transizione energetica. L'energia è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici. Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l'affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione di tanti giovani».

I GIOVANI – Ai giovani il presidente ha anche rivolto un appello diretto: «Siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d'auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti. Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro».

«Care concittadine e cari concittadini – ha concluso il presidente – guardiamo al domani con uno sguardo nuovo. Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranze e facciamole nostre».

(Unioneonline/l.f.)

 

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