Nicola Barile era già pronto per andare sotto i ferri all'ospedale Core di Reggio Emilia quando si è sentito dire: «Non possiamo operare, il personale è in sciopero. Torni a casa».

Il paziente, 44 anni, già affetto da un carcinoma renale maligno, era stato ricoverato per sottoporsi ad un delicato intervento di chirurgia oncologica a causa di un linfoma polmonare localizzato su milza e stomaco.

«Sono entrato al Core il 19 ottobre per una nefrectomia radicale - ha raccontato al Qn-il Resto del Carlino - In pratica mi avrebbero dovuto togliere rene, surrene e una parte dell'uretra. L'intervento era in programma per il giorno dopo, alle 13».

Ma il giorno dopo l'intervento viene annullato. «Fino alle 16 - ha continuato Barile - non è successo nulla, poi si sono presentati da me il medico e il chirurgo dicendomi che l'operazione non si poteva più fare. Motivo? Loro sarebbero stati pronti a operarmi, ma di fatto mancava tutto il resto del personale della sala operatoria, per via dello sciopero».

«Ho apprezzato il garbo con cui me l'hanno detto e non sono arrabbiato nemmeno con quelli che hanno scioperato, chiariamoci – aggiunge - Mi lascia però senza parole, in generale, com'è stata gestita la cosa. Dello sciopero si sapeva da tempo, perché farmi ricoverare proprio quel giorno? O comunque visto che non stiamo parlando di un ascesso dentale, almeno mi avessero detto chiaro e tondo che ci sarebbe stato il rischio che l'operazione potesse saltare. Così mentalmente avrei potuto prepararmi. Per fortuna che di carattere sono forte e paziente, tante persone dopo diagnosi del genere soffrono di forti tracolli psicologici. La prima cosa fondamentale per un malato oncologico è la salute psicologica».

L'intervento è stato rinviato a lunedì 30 ottobre come ha annunciato l'Ausl di Reggio Emilia che «si è scusata per il disagio causato al paziente», spiegando che «nelle giornate di sciopero è possibile contingentare esclusivamente il personale necessario a garantire gli interventi urgenti indifferibili e le emergenze, mentre la chirurgia programmata può essere effettuata proporzionalmente alla quota di personale non aderente allo sciopero. Non essendo consentito all'azienda chiedere ai propri dipendenti di comunicare preventivamente la volontà di aderire o meno allo sciopero e, conseguentemente, non è possibile conoscere in anticipo la quota di attività chirurgica programmata che potrà essere o meno garantita in quella giornata».

Pertanto, «i pazienti in programma nel pomeriggio del 20 ottobre sono stati informati sull'impossibilità ad effettuare l'intervento solo all'inizio del turno pomeridiano, ovvero quando è stato possibile verificare il livello di adesione allo sciopero da parte del personale. A seguito dell'annullamento dell'intervento, tenuto conto che si trattava di un venerdì e che il lunedì successivo era prevista un'assemblea sindacale durante la fascia oraria di attività chirurgica con possibilità di ulteriori disagi, si è preferito dimettere il paziente per riprogrammarlo a breve».

(Unioneonline/D)

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