«Quando l’ho saputo ho detto: “Non ci posso credere”. Ora lo Stato mi deve dare delle spiegazioni perché una cosa del genere non è possibile».

Questo lo sfogo, ai microfoni della trasmissione La Zanzara di Radio 24, di Imma Rizzo, madre di Noemi Durini, la ragazza di 16 anni uccisa nel 2017 dall’ex fidanzato, allora minorenne, Lucio Marzo, a Castrignano del Capo.

Parole indignate che fanno riferimento ai permessi premi ottenuti da Marzo, che molto hanno fatto discutere, innescando polemiche.

Proprio durante uno di questi permessi, nell’agosto 2023, Marzo, condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi e che stava scontando la pena nel carcere minorile di Quartucciu ed era beneficiario di un permesso per lavorare in un negozio di Sarroch, fu fermato ubriaco alla guida di un’auto truccata, che non si era fermata all’alt della Polizia. Il tutto nonostante tra le disposizioni del giudice di sorveglianza ci fosse il divieto di guidare veicoli a motore. Ma a Marzo – ora detenuto a Bollate, nel Milanese – sarebbe stato anche concesso di andare alla Domus alle partite del Cagliari e di frequentare una ragazza conosciuta in Sardegna.

Imma Rizzo, madre di Noemi, però non ci sta: «Bisogna cambiare le leggi, non ci devono essere permessi premio per chi si macchia di reati così efferati», ha aggiunto, intervistata da Giuseppe Cruciani.

E ancora: «Il carcere deve rieducare? Ma andare allo stadio è rieducazione? Mica è andato a fare volontariato nei centri anziani! E poi: trovarsi una ragazza? A rischio e pericolo dopo quello che ha fatto a mia figlia?».

«Lo Stato non c’è – l’amara conclusione della mamma di Noemi - mentre io ogni giorno vado a piangere mia figlia. Ma finché il ministro della Giustizia non mi darà risposte continuerò a scrivergli e ad esprimere il mio sdegno».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata