«Il cadavere di Liliana Resinovich era lì da un giorno, non di più».

Lo ha detto il zoologo Nicola Bressi, chiamato dalla famiglia della donna ad accertare quali animali popolano l'area boschiva attorno al parco di San Giovanni, dove è stato trovato il corpo della donna, analizzandone il comportamento. Con l’obiettivo di comprendere se il cadavere era lì da tempo oppure se vi sia stato portato poco prima di essere individuato.

«Io sono nato in quel rione - ha dichiarato Bressi al Piccolo - conosco particolarmente bene quell'area e gli animali che la popolano» e che è «collegata direttamente con il Carso». Per Bressi, «il cadavere era proprio lungo una pista battuta dai cinghiali, ma anche dalle volpi, per raggiungere il parco».

Ne discende che «è altamente improbabile che quel corpo, carne a tutti gli effetti per un animale, possa essere rimasto lì per venti giorni, nemmeno per una sola settimana, senza che alcun animale abbia dato un morso o, per curiosità, abbia leggermente spostato i sacchi, per annusare, per capire cosa ci fosse lì sotto».

Su vestiti e sacchi sono state trovate anche formiche, un aspetto all'attenzione dell'entomologo Stefano Vanin che, riporta Il Piccolo, su incarico della Procura con Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone affianca l'antropologa forense Cristina Cattaneo nell'esame dei resti di Resinovich nell'ambito della nuova perizia medico-legale disposta dal gip Luigi Dainotti.

(Unioneonline/D)

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