L’errore di Giacomo Bozzoli, ha acceso l’aria condizionata: così i carabinieri lo hanno trovato
I militari hanno visto il motore esterno in funzione e sono entrati nella villa, dove hanno trovato vari altri indizi prima di trovare lui, nel cassettone del lettoBozzoli nell'auto dei carabinieri (Ansa)
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Ha acceso l’aria condizionata. Questo l’errore che ha tradito Giacomo Bozzoli, il latitante sparito dopo la condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario e la distruzione del cadavere, che fu gettato nel forno della fonderia di famiglia.
Il motore esterno dell'aria condizionata della sua villa sul lago di Garda giovedì scorso era in funzione, segno che all’interno c’era qualcuno. Così i carabinieri, che erano in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate, sono entrati nella residenza e nel cassettone del letto hanno trovato nascosto il latitante, ricercato da dieci giorni in tutta Europa.
Investigatori e inquirenti erano stati allertati, sempre giovedì scorso, anche perché una delle telecamere di sorveglianza della villa di Soiano del Garda aveva smesso di inquadrare la porzione dell'esterno dell'abitazione di propria competenza, come se qualcuno l'avesse oscurata. Le tracce che l'uomo avrebbe lasciato - forse aiutato nel suo rientro dalla fuga estero - sono diverse. La prima sono gli alimenti e le bevande che riempivano il frigo nonostante la villa in questi giorni fosse ufficialmente disabitata con la compagna e il figlio di 9 anni che si trovano a casa dei genitori. Poi, come ha spiegato al Giornale di Brescia il maresciallo dei carabinieri che durante la perquisizione ha scoperto il nascondiglio dell'imprenditore e lo ha arrestato, nella camera da letto c'erano un dopobarba e, soprattutto, dei vestiti simili a quelli che Bozzoli indossava mentre una telecamera lo riprendeva alla reception di un albergo a Marbella, in Spagna, il 30 giugno, il giorno prima della condanna definitiva.
(Unioneonline/L)