La tessera fedeltà a messa: senza presenze e bollini, niente cresima
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una tessera fedeltà simile a quella dei supermercati.
Con due differenze: la fedeltà non va dimostrata al supermercato sotto casa, ma alla chiesa del paese; quanto ai premi, non sono sconti ma sacramenti.
La trovata è di don Angelo Fontana, parroco di Lurate Caccivio, in provincia di Como.
Una vera a propria raccolta punti con tanto di bollini che vanno accumulati per raggiungere il "premio" della cresima.
Al termine di ogni messa o lezione di catechismo, i ragazzi devono presentare al prete la tesserina per ottenere il bollino o la spunta che ne dimostri la presenza.
Se non si ottengono almeno i due terzi dei bollini o delle spunte, non si può avere accesso alla cresima a fine anno.
La "parrocchia card" altro non è che un tentativo per arginare l'emorragia di fedeli che colpisce la chiesa cattolica.
I bambini, spiega il parroco, la vedono come un gioco. Ma gli adulti, su Facebook, commentano molto negativamente l'iniziativa: sul gruppo Facebook "Sei di Lurate se..." il parroco viene accusato di essere estremista, e in molti fanno notare come l'andare a messa debba essere una libera scelta e non un'imposizione. Inoltre, fa notare qualcuno, non viene neanche presa in considerazione l'ipotesi che qualcuno, a volte, possa andare a messa in un'altra parrocchia.
(Unioneonline/L)