Si erano ritrovati prima di Natale grazie al potere dei social, a distanza di quasi 77 anni. E oggi si sono finalmente incontrati di persona. 

Il veterano di guerra americano Martin Adler, oggi 97enne, ha riabbracciato i tre “bambini” sbucati da una cesta a Monterenzio, nel Bolognese, immortalati dalla sua macchina fotografica durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944.

Il famoso scatto (Ansa)
Il famoso scatto (Ansa)
Il famoso scatto (Ansa)

L’ex soldato ha attraversato l’Atlantico con moglie, figlia e genero per rivedere Bruno, Giuliana e Mafalda Naldi, oggi ottantenni, che lo attendevano altrettanto emozionati all'aeroporto Marconi di Bologna. Attraversando in sedia a rotelle il punto arrivi del Marconi, Adler ha portato per loro cioccolata e una rosa, indossando la maglietta "Martin's bambini, forever kids”.

I quattro hanno poi ricreato la ormai celebre foto scattata a Monterenzio: "Ho aspettato tutta la vita questo momento – ha detto Adler -. Erano anni difficili, ma insieme abbiamo battuto i tedeschi. Tutti insieme, nonni e bambini".

(Ansa - Baracchi)
(Ansa - Baracchi)
(Ansa - Baracchi)

I fratelli Naldi all'epoca avevano 5, 7 e 3 anni, la mamma li aveva nascosti in una cesta per proteggerli dai militari. Adler, pensando ci fossero dei tedeschi, si avvicinò con il dito puntato sul grilletto ma la donna gli corse incontro gridando “Bambini, bambini!”. Poi li vestì "bene" per fare una foto con gli americani, Adler e il commilitone John Bronski, morto nel 2011.

"Non sapevo nulla di questa foto prima dello scorso Natale – ha detto Bruno Naldi -. Ora siamo finiti su tutti i giornali del mondo". "Io ricordo benissimo la cesta", ha aggiunto Mafalda. "I soldati si fermarono vicino a noi per sei mesi, mi ricordo bene di loro", le parole di Giuliana. "Ora sono proprio felice. Bambini! Bambini!", ha gridato Martin Adler in italiano, tra il riso e il pianto. 

L'appello per sostenere i costi del viaggio dell'ex soldato, che ha già superato i 4mila euro, era stato lanciato dalla figlia Rachelle Shelley Adler Donley, e raccolto sul suo profilo Facebook dal giornalista Matteo Incerti, autore del libro sulla vita dell'ex militare statunitense “I bambini del soldato Martin”.

(Unioneonline/D)

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