I soldi che percepivano con il reddito di cittadinanza li “investivano” per acquistare droga – marijuana, hashish, cocaina e crack – che poi spacciavano.

Il sistema illecito è stato scoperto da un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all'arresto da parte dei carabinieri di otto persone residenti a Piedimonte Matese, in provincia di Caserta. Sei indagati sono finiti in carcere, due sono agli arresti domiciliari.

Per far scattare le manette gli uomini dell’Arma hanno condotto un blitz alle prime luci dell’alba, circondando alcune case popolari.

Dagli accertamenti è emerso che la piazza di spaccio era attiva tutto il giorno, e la sua operatività non si è mai fermata nel corso della pandemia: durante il primo lockdown - hanno verificato i carabinieri - gli affari sono aumentati, e le vendite sono proseguite anche nel periodo successivo in cui vi erano forti limitazioni alla libertà di circolare.

Gli indagati, tutti percettori del reddito di cittadinanza, ricevevano gli acquirenti nelle proprie case, anche più volte al giorno.

Per mettersi d’accordo con i clienti usavano parole in codice “culinari”. Le dosi di droga da vendere erano, in base al tipo e alla quantità, "pane cotto o pane crudo", "zucchero", "latte" oppure "panettoni".

(Unioneonline/l.f.)

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