Con il numero di positivi in rapida crescita – 2,5 milioni secondo una stima le persone in quarantena – la quarta ondata del Covid, segnata dalla rapidissima diffusione della variante Omicron, rischia di “paralizzare” l’Italia.

Per questo il governo ha convocato il Cts per valutare l’ipotesi di una riduzione della quarantena per i vaccinati, in particolare quelli con terza dose.

Si potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni, ipotizza l'infettivologo dell'Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, a 10 milioni di persone in isolamento tra positivi e contatti stretti.

"La riflessione sul numero di persone in quarantena - ha detto il commissario Figliuolo - l'abbiamo fatta questa mattina col ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l'Istituto Superiore di Sanità".

Secondo le prime informazioni si potrebbe arrivare a una riduzione del periodo di isolamento, esclusivamente per i contatti stretti, fino a 3-5 giorni. Al momento, infatti, la quarantena per i contatti di un positivo è di 7 giorni per i vaccinati e di 10 per chi non ha la copertura vaccinale.

Per rientrare tra i "contatti stretti" inoltre basta una stretta di mano o, per esempio, la permanenza in un luogo chiuso senza la mascherina con una persona risultata poi positiva.

Tra i sostenitori della mini quarantena ci sono i governatori Toti, Fedriga e Zaia, Matteo Renzi e anche la fondazione Gimbe: "Chi ha fatto il vaccino con la terza dose - sostiene il presidente, Nino Cartabellotta - è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta".

Frena invece il consigliere scientifico del ministero Walter Ricciardi. "Un'eventuale decisione sulle modalità di quarantena - sostiene - si prende in base ad una modellistica precisa, ossia calcolando che impatto avrebbe sulla circolazione del virus e sul Servizio sanitario nazionale. Bisogna comportarsi di conseguenza e non sulla base delle sensazioni".

Dello stesso parere l’infettivologo del Policlinico di Tor Vergata Massimo Andreoni "Sotto l'aspetto medico-epidemiologico sarebbe un errore, aumentiamo il rischio che persone contagiate possano diffondere ulteriormente il virus. La variante iniziale del coronavirus aveva un tempo di latenza che poteva arrivare anche a due settimane, man mano questo periodo di incubazione è diventato più rapido, ma può arrivare anche a 7 giorni, ridurre la quarantena è rischioso soprattutto con una variante così contagiosa come questa".

(Unioneonline/L)

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