Sono diversi i “punti ciechi” della tragedia di Brandizzo, dove 5 operai sono morti travolti da un treno mentre facevano manutenzione lungo la strada ferrata. Le indagini ora si concentrano sulle procedure di sicurezza che, al di là dell’errore umano, sarebbero dovute scattare per evitare l’irreparabile.

L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Giulia Nicodemi e Valentina Bossi, insiste su cosa dovrebbe succedere in caso di disattenzione, su quali siano quindi i “protocolli salvavita” previsti. Stando alle dichiarazioni di un investigatore a seguito di un sopralluogo nel teatro della strage «non è partito il corto circuito di sicurezza». Il riferimento è ai “Cbd”, i circuiti di binario che dovrebbero segnalare la presenza di treni sul tratto. Il sistema funziona anche nel caso di lavori sul binario: ma nulla di tutto ciò è successo. 

A ciò si aggiunge una prassi «consolidata» della società che stava gestendo le manutenzioni. A raccontarla, come riporta La Stampa, un ex operaio della Si.gi.fer di Borgo Vercelli, Antonio Veneziano. «Spesso iniziavamo i lavori in anticipo. Quando un treno era in ritardo ci portavamo avanti con i lavori. C’era una regolazione, cioè il restringimento del binario, da fare con un convoglio atteso fuori dall’orario corretto di passaggio. Iniziavamo a lavorare, svitavamo i chiavardini. Dopodiché, prima del passaggio dei convogli ci buttavano fuori dai binari. Eravamo in sei-sette per ogni gruppo ma in quei casi c’era chi guardava le spalle. L’altra notte è andata in md diverso: erano tutti sulla massicciata».

La sua testimonianza è stata confermata anche da altri colleghi. A dare il via alle operazioni non un “nulla osta” ufficiale ma l’ok del capo che «a voce dice che “possiamo farlo”. Lo fa non quando arriva un comunicato ma quando i treni hanno smesso di circolare: fanno tutti così». Al momento restano due gli indagati: Antonio Massa, 46 anni, di Grugliasco (Torino) addetto di Rfi al cantiere in cui lavoravano le vittime e Andrea Girardin Gibin, 52 anni di Borgo Vercelli, capocantiere della Sigifer e collega dei 5 operai. 

Oggi a Borgo Vercelli intanto è stato organizzato un “corteo silenzioso” in rispetto delle famiglie delle vittime. Verranno ricordati uno a uno: Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Lombardo.

(Unioneonine/v.f.)

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