Gli asintomatici sono o non sono contagiosi? Botta e risposta a distanza, con toni anche ruvidi, tra Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, e Andrea Crisanti, professore di Microbiologia e microbiologia clinica all'Università di Padova, artefice del modello di contenimento di Vo' Euganeo..

"Crisanti - ha detto Massimo Clementi a Circo Massimo su Radio Capital - si occupava di malaria. Qui parliamo di altro. I pazienti sono quasi tutti asintomatici e la carica virale si è ridotta, ma non significa liberi tutti". Tema del contendere il documento firmato ieri da dieci scienziati.

Ma Crisanti non ci sta: "Quando mi vengono a dire che gli asintomatici non trasmettono l'infezione mi cadono le braccia". E Clementi attacca: "Crisanti ora è stato catapultato in questo problema, e lo inviterei anch'io alla prudenza, perché non parliamo di malaria ma di altro. Ognuno di noi ha una storia, io sono trent'anni che faccio il virologo".

"Colgo l'occasione per fare chiarezza: non sono un virologo, faccio un outing. Mi hanno attribuito questa qualifica ma la smentisco", dice Crisanti a Un Giorno da Pecora a Rai Radio1.

Sui temi più strettamente relativi all'emergenza, Clementi dice che ormai ci sono "pochi sintomi" e "il rischio di aggravarsi è basso".

E aggiunge: "Ho firmato insieme ad altri nove colleghi una valutazione dell'attuale situazione, che non vuol dire che l'emergenza è finita ma che, grazie anche alle misure che sono state prese, in questo momento gli ospedali si stanno svuotando, le terapie intensive non ricoverano più, i pazienti sono quasi tutti asintomatici e il numero delle infezioni si sta riducendo. Non c'è polemica, c'è maggiore sensibilità nei confronti della situazione". "Gli asintomatici che esistono oggi - puntualizza il virogolo del San Raffaele - sono però diversi da quelli della prima ondata, perché quelli che si infettano, con poche eccezioni, sono tutti asintomatici".

"Sicuramente la carica virale è molto bassa - la replica di Crisanti a Rai Radio1 - per risultato del lockdown e delle condizioni climatiche. Ma questo non vuol dire che il virus reimportato non possa lo stesso causare dei focolai, basti vedere quanto accaduto in Germania. E' sufficiente che ci siano un sovraffollamento e delle condizioni di trasmissione ideali ed il virus si diffonde".

(Unioneonline/L)
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