Voluta da Papa Francesco, si celebra nel mondo la Giornata Mondiale dei Bambini, che vede raccolti a Roma circa 70.000 piccoli protagonisti provenienti da oltre 100 nazioni. «Vogliamo guardare il mondo con gli occhi dei bambini, che sono la speranza dei popoli, il loro futuro. La semplicità del loro cuore è un dono di Dio e, per chi sappia accoglierla, la possibilità della pace» le parole di padre Enzo Fortunato, che coordina l’evento.

Ma com’è cambiato il bambino di oggi rispetto anche solo a quello di pochi anni fa? Ne parla la pediatra Anna Maria Bottelli.

«Indubbiamente la tecnologia, mi sembra di poter rispondere, è stata una delle cause di questa rivoluzione». «Per tenere calmo un lattante, un piccolo del primo anno di vita, ora – raccontano spesso i genitori che quotidianamente incontro nelle mie visite – basta un cellulare con un programma a lui gradito, così come per fargli completare la pappa, non si usa più la distrazione mediata dai cartoni animati, ma lo smartphone». E le conseguenze non sono da sottovalutare. «Sono bambini ormai multimediali – spiega Bottelli – molto stimolati sul piano intellettivo, ma non sempre contenuti e sostenuti sul piano emotivo. È la società del tutto e subito che, condizionando l’adulto, non può escludere di riflesso i piccoli». Sono poi cambiate le famiglie, «con una evidente moltiplicazione dei modelli familiari: dai genitori separati o famiglie allargate, a quelle monoparentali o composte da genitori di diverse etnie o altro ancora. Sono sottoposte a una forte pressione per inadeguatezze varie: dai problemi abitativi o lavorativi, alle sollecitazioni a un consumo martellante, con l’intrusione precoce, appunto, di strumenti tecnologici».

Quello che ne consegue, spiega l’esperta, è purtroppo molto spesso «uno ‘slivellamento’ dei ruoli all’interno delle famiglie con genitori troppo amici dei propri figli, bambini tiranni, genitori fragili. Con ciò si constatano le difficoltà incontrate dai genitori nell’esercizio della competenza di ruolo. E quando il bambino si ammala – che deve essere guarito per ieri! – il dottor Google è a portata di smartphone e a volte molto confondente: non sempre Google contiene le ansie parentali che si riflettono poi sui figli».

«Le mie sono osservazioni del cambiamento, che non vogliono essere denigratorie – precisa Bottelli – ma semmai propositive per nuove modalità di aiuto e di sostegno al fine di una crescita psicofisica e sociale dei bambini, adeguata all’evoluzione dei tempi. Decenni fa si puntava, per il benessere dei piccoli, alla riduzione della mortalità infantile mediante le vaccinazioni o le misure di igiene ambientale: pensiamo semplicemente all’acqua resa potabile o alla sterilizzazione dei biberon, quante gastroenteriti hanno evitato. Ora sono necessarie strategie nuove con piani di educazione alimentare, stili di vita improntati all’attività fisica e motoria regolari - purtroppo nella società del benessere l’indice di obesità infantile va incrementando -, lotta all’inquinamento ambientale, sicurezza e sostenibilità degli alimenti, identificazione presintomatica di soggetti a rischio genetico».

«La SIP (Società Italiana di Pediatria) – spiega ancora Bottelli – ha sintetizzato in sei “W” la prevenzione a favore dei bambini».

Eccole di seguito:

  • What: non solo dobbiamo prevenire le malattie dei bambini, ma anche quelle dell’adulto ad esordio precoce;
  • Who: su una ipotetica scena ogni attore ha una parte da svolgere: genitori, insegnanti, pediatri, media e istituzioni;
  • Where: attenzione alle sedi dove i bambini vivono, e quindi famiglia, territorio, scuola, luoghi deputati all’alimentazione o attività varie;
  • When: attenzione sempre più precocemente, sin da prima del concepimento, agli stili di vita sicuri, che eliminino sostanze in grado di influenzare negativamente lo sviluppo di embrione e feto, modificando l’espressione genica;
  • Why: solo con la conoscenza si possono mettere in campo politiche di eliminazione delle cause o di limitazione dell’impatto clinico; non esiste una prevenzione calata dall’alto, ma deve essere il frutto di una condivisione progettuale multidisciplinare e multiprofessionale;
  • Web: non si possono tralasciare le nuove tecnologie con la loro innovazione comunicativa; importante costruire salute anche con internet, monitorando la qualità dei messaggi da trasmettere, sempre proteggendo i più piccoli.

(Unioneonline/v.l.)

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