Un altro autovelox è stato abbattuto la scorse notte in Veneto, è il sedicesimo. Le modalità non sono quelle utilizzate da Fleximan, che taglia con una sega elettrica la base del palo dove è montato l’apparecchio. In questo caso sono stati svitati i bulloni per far sbilanciare l’apparecchio contro la parete di un edificio vicino.

Potrebbe essere uno dei tanti emuli di Fleximan, e a far discutere in questo caso è soprattutto la strada in cui è stato abbattuto l’autovelox. A Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, sulla stessa strada dove il 6 luglio l’auto guidata da Angelica Hutter travolse una famiglia veneziana uccidendo tre persone, tra cui un bimbo di tre anni.

È il secondo caso nel Bellunese, dopo il palo piegato con un flessibile sulla discesa del passo Giau.

Sul caso “Fleximan” si è espresso anche il presidente del Veneto Luca Zaia: «Da un lato c'è un tema di legalità, ovvero tagliare un traliccio, dall'altro solleva il tema dell'utilizzo smodato e anche barbaro in molti casi dell'autovelox. Se è vero che l'autovelox deve puntare a tutelare la sicurezza stradale, in alcuni casi non riusciamo a tutelarla e a maggior ragione quando vediamo che le risorse incassate non vengono investite in viabilità e sicurezza».

(Unioneonline/L)

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