Anche i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Sassari si pronunceranno entro cinque giorni sulla richiesta di differimento pena in arresti domiciliari per l'anarchico Alfredo Cospito.

La richiesta, insieme a quella di Milano, è stata presentata per gravi motivi di salute dagli avvocati difensori di Cospito, Maria Teresa Pintus e Flavio Rossi Albertini. I legali hanno indicato come residenza per gli eventuali arresti domiciliari la casa della sorella di Cospito, a Viterbo.

Questa mattina i giudici Eugenie Giovannelli e Giommaria Cuccuru hanno sentito in udienza il detenuto, collegato in videoconferenza dall'ospedale San Paolo di Milano, dove è ricoverato proprio a causa delle precarie condizioni di salute dovute allo sciopero della fame che Cospito porta avanti per contestare il regime carcerario del 41 bis, cui è sottoposto.

A Milano la Procura generale, guidata da Francesca Nanni, ha chiesto che Cospito rimanga collocato "stabilmente" nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo, sempre in stato di detenzione carceraria e in regime di 41bis. Il parere negativo ai domiciliari si basa sul fatto che la sua condizione grave è "autoindotta" e su questo c'è già giurisprudenza della Cassazione.

Nella sostanza il motivo, espresso dalla procuratrice generale Nanni e dal sostituto pg Nicola Balice nel parere negativo al differimento pena, è "semplice e logico". La giurisprudenza della Cassazione ha già sancito, chiarisce la Procura generale, che non si può concedere il differimento con i domiciliari "in caso la patologia sia autodeterminata", come per uno sciopero della fame. Un motivo, per i pg, "dirimente rispetto alla richiesta della difesa".

L'anarchico davanti ai giudici della Sorveglianza ha anche detto che sarebbe «disposto a recedere dallo sciopero della fame purché il tribunale di Sorveglianza liberasse altri detenuti al 41 bis, anziani o malati che vogliono soltanto tornare a casa dopo 30 anni di 41 bis», come ha spiegato il legale.

(Unioneonline/v.l.)

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