Conte: "Rifarei tutto, rischiamo una ricaduta che sarebbe fatale"
"Non sono pentito, bene un piano strutturato per minimizzare i rischi"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Tornassi indietro rifarei tutto uguale".
Così il premier Conte in un'intervista a "la Stampa" parla della gestione dell'emergenza coronavirus da parte del suo governo.
"Non sono pentito. Ho una grande responsabilità nei confronti del Paese. Non posso permettermi di seguire i sentimenti dell'opinione pubblica che pure comprendo nelle proprie emozioni".
Il presidente del Consiglio - che ieri ha lasciato Roma per una visita in Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia - ha inoltre aggiunto che la curva del contagio va controllata "in tutti i modi".
"Ecco perché sono convintissimo che sia meglio procedere sulla base di un piano ben organizzato per minimizzare al massimo il rischio di una ricaduta che sarebbe fatale".
"Tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte", ha dichiarato ieri a Milano, spiegando che il nuovo Dpcm non rappresenta un "liberi tutti".
"Non è questo il momento di mollare. Questo governo non cerca il consenso ma di fare cose giuste, anche se questo deve scontentare un gran numero di cittadini. Abbiamo introdotto qualche allentamento ma è chiaro che non possiamo mollare in questa fase", ha specificato.
E a proposito di uno dei punti più controversi del decreto, quello sui congiunti, "lo preciseremo nelle faq, ma non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive".
(Unioneonline/F)