Proseguono le indagini sulla morte dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho, di 54 e 52 anni, scomparsi nel novembre 2015 e i cui resti sono stati trovati nei giorni scorsi, tra il 10 e il 16 dicembre, all'interno di quattro valigie abbandonate alla periferia di Firenze.

Al momento l'unica sospettata è Elona Kalesha, 36 anni, albanese, l'ex fidanzata del figlio dei Pasho, arrestata nei giorni scorsi e ora in carcere con l'accusa di duplice omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.

Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dopo l'udienza di convalida del fermo della donna, tenutasi la vigilia di Natale, il gip Angelo Antonio Pezzuti ha sottolineato come il fatto che la donna si sia avvalsa della facoltà di non rispondere abbia pesato in quanto "non ha prospettato alcuna valida diversa ricostruzione degli accadimenti".

Ma il silenzio non sarebbe l'unico indizio che porta gli inquirenti a sospettare della 36enne. Tra gli altri elementi che al momento la inchiodao, il fatto che marito e moglie uccisi dormirono l'ultima notte prima della loro scomparsa, avvenuta il 2 novembre 2015, in una casa ritenuta teatro del loro delitto, in via Fontana a Firenze affittata da Elona Kalesha, all'epoca fidanzata col figlio detenuto della coppia. La donna lasciò poi frettolosamente la casa, tre giorni dopo, senza mai ritirare la caparra e una valigia con vestiti e altri effetti.

Le due vittime
Le due vittime
Le due vittime

C'è poi la testimonianza di alcuni vicini che all'epoca avevano avvertito un odore forte e sgradevole provenire dalla stessa casa e di aver visto poi una donna uscire dall'appartamento con buste che puzzavano come carne andata a male e che perdevano un liquido tipo sangue.

Infine, la 36enne non avrebbe rivelato alle due figlie della coppia che i loro genitori avevano alloggiato in via Fontana e anche indotto una delle due a mentire su dove avessero dormito la notte tra l'1 e il 2 novembre 2015.

Gli accertamenti, come detto, procedono. Da chiarire, innanzitutto, il movente che ha portato all'uccisione dei due coniugi. Ma gli investigatori sospettano che la donna possa non aver agito da sola, ma che abbia invece avuto dei complici che l'hanno aiutata a uccidere, fare a pezzi e infine a sbarazzarsi dei due cadaveri.

(Unioneonline/l.f.)
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