Chris, spedizione punitiva contro la casa del pirata della strada: «In 30 bendati, urlavano ti ammazziamo»
Il 13enne è stato investito e ucciso dall’uomo che non si è fermato a prestare soccorsoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una spedizione punitiva organizzata da una trentina di persone, tutti stranieri e con i volti travisati da bandane e t-shirt, ha preso di mira ieri pomeriggio la casa di Davide Begalli, il pirata della strada accusato di aver ucciso il 13enne Chris Obeng Abon, investendolo con l’auto e fuggendo poi senza prestare soccorso.
Il gruppo, come riferito da testimoni, è arrivato alla porta d'ingresso della casa dove il 39enne sta scontando i domiciliari.
«Vieni fuori, che ti ammazziamo», hanno urlato. «Dopo la morte di Chris non abbiamo più niente da perdere».
Poi il lancio di sassi, i pugni e le bastonate contro la porta. Una scena che ha seminato il terrore anche nel vicinato.
Per il legale dell'uomo, si tratta delle conseguenze della "gogna mediatica" cui è stato sottoposto Begalli. E chiede maggiori tutele: ieri ad assistere alla scena anche il figlio minorenne della compagna di Begalli, che vive con loro.
Gli uomini allontanandosi «hanno promesso che sarebbero tornati presto a riprenderlo – ha aggiunto l’avvocato – e che non finiva lì, ora sia il mio cliente che il minore che ha vissuto la terribile esperienza insieme a lui sono impauriti e terrorizzati, non sanno come proteggersi e temono che quelle persone tornino presto, magari di notte».
Il 39enne, artigiano edile nel comune di Negrar in Valpolicella, nei suoi racconti ha sempre precisato di non essersi reso conto di quanto accaduto.
«Non l’ho visto, non so come sia potuto succedere, sono sceso dall’auto subito dopo l’impatto ma io quel ragazzino giuro di non averlo visto», ha specificato negli interrogatori cui è stato sottoposto.
(Unioneonline/v.l.)