Capitano della Marina vendeva segreti ai russi: "I 3.000 euro di stipendio non gli bastavano"
La moglie del capitano di fregata Walter Biot, arrestato dai Ros: "Le spese erano tante e lui era disperato"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l'ha fatto neanche questa volta, ve l'assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile. Solo che era disperato. Disperato per il futuro nostro e dei figli. E così ha fatto questa cosa...".
A parlare, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, è Claudia Carbonara, moglie di Walter Biot, il capitano di fregata sorpreso dai carabinieri del Ros a vendere, sembra per cinquemila euro di compenso, segreti militari ai russi.
Secondo la consorte del militare, ora in arresto e accusato di spionaggio, Biot "era veramente in crisi da tempo, aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo".
"A causa del Covid - prosegue - ci siamo impoveriti", in quanto i tremila euro al mese percepiti come stipendio dal marito "non bastavano più per mandare avanti una famiglia con 4 figli 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268mila euro di mutuo, 1.200 al mese. E poi la scuola, l'attività fisica, le palestre dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare".
"Niente vizi, niente lussi, attenzione, solo la vita quotidiana che però a lungo andare fa sentire il suo peso".
Quanto alla decisione di vendere segreti militari ai russi, la signora Biot precisa: "Guardi, se solo me ne avesse parlato ne avremmo discusso insieme, avrei provato a dissuaderlo". "Lui per 30 anni c'è sempre stato, ha servito il Paese, Walter si è sempre speso per la patria e lo ribadisco: anche se ha fatto quello che ha fatto sono sicura che avrà pensato bene a non pregiudicare l'interesse nazionale".
(Unioneonline/l.f.)