Una tac integrale per accertare l'identità e poi l'autopsia completa per chiarire le cause della morte.

Sono gli esami disposti dalla Procura di Trieste e che verranno effettuati nei prossimi giorni sul cadavere di donna rinvenuto mercoledì pomeriggio in un'area boschiva del parco dell'ex ospedale psichiatrico, non distante dall'abitazione di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa dal rione di San Giovanni il 14 dicembre.

L’identità del corpo non è stata confermata, ma diversi elementi lasciano pensare che si tratti di Liliana: la corporatura esile, gli occhiali vicini, compatibili con quelli indossati dalla donna in alcune foto.

Il marito della 63enne, Sebastiano Visintin, dice di non sapere il motivo per cui non è stato chiamato per il riconoscimento del cadavere: “Io ho chiesto di vedere il corpo”, precisa, nella speranza che non sia quello della sua Liliana

L’uomo è sicuro: “Non si è suicidata”. Tra le ipotesi al momento c’è anche quella del suicidio, in testa erano infilati infatti due sacchetti di plastica trasparente.

La tac potrebbe essere eseguita lunedì, l’autopsia martedì: “Quei risultati saranno determinanti per orientare la successiva attività di questo ufficio, necessaria per fare completa luce sull'accaduto e per verificare tutti i profili penalmente rilevanti nella vicenda”, fa sapere la Procura.

Il marito della donna ha parlato anche dell’amico di Liliana, Claudio Sterpin: “Mi ha disturbato molto questo rapporto occulto, di cui non sapevano nemmeno le sue amiche né suo fratello. Forse lui l’ha plagiata, è un personaggio misterioso”.

(Unioneonline/L)

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