Fervono le trattative tra i partiti sulla legge elettorale, la cui discussione prenderà il via il 5 o il 12 giugno a Montecitorio. E si chiuderà, stando a quanto detto dal segretario del Pd Matteo Renzi e confermato dal capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, con il sì definitivo del Senato entro il 7 luglio.

E il modello base, un proporzionale alla tedesca con soglia di sbarramento al 5%, sta sparigliando le carte in tavola e rivoluzionando il sistema di alleanze che tiene in piedi il governo Gentiloni.

Si è creato infatti un inedito asse tra Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Pd, mentre Alfano, infuriato, minaccia di non votare più la fiducia al governo.

Il sistema tedesco
Il sistema tedesco
Il sistema tedesco

Ecco le posizioni dei partiti.

Partito Democratico - I democratici, che hanno guidato le trattative in quanto partito di maggioranza, sono ovviamente favorevoli alla legge in discussione, ma incassano il biasimo della corrente guidata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, convinto che una legge proporzionale condurrebbe il Pd verso un'inevitabile alleanza con Silvio Berlusconi. E in Senato ci sarebbero già 31 dem pronti a mettersi di traverso.

Questa invece la posizione del segretario Matteo Renzi: "Non è la mia legge elettorale preferita, tuttavia in queste ore molti partiti tra quelli che hanno sostenuto il no al referendum la stanno indicando come proposta. Noi non abbiamo i numeri da soli, ma se dobbiamo andare sul modello tedesco, che sia tedesco anche sulla soglia di sbarramento".

Movimento 5 Stelle - I pentastellati hanno raggiunto l'accordo con i dem in un incontro durato una ventina di minuti fra le delegazioni parlamentari dei due partiti e lo hanno cristallizzato con il voto online, favorevole, degli attivisti. Voteranno per la legge tedesca. E chiedono elezioni immediate, indicando come data il 10 settembre.

Forza Italia - Favorevole anche FI, essenzialmente per due motivi. Un proporzionale darebbe maggiore potere contrattuale al partito di Silvio Berlusconi nelle trattative post-voto. E la soglia di sbarramento alta ricondurrebbe nell'alveo berlusconiano tutte quelle forze moderate di centro e centrodestra che difficilmente raggiungeranno il 5% dei voti. Tanto che Berlusconi ha detto che gli piacerebbe alzare ulteriormente la soglia di sbarramento all'8%.

Lega Nord - A Salvini questa legge non piace, lui la chiama "legge degli inciuci" e preferirebbe un sistema maggioritario, in cui le alleanze si fanno prima e non dopo il voto. Tuttavia, come ha ribadito più volte, vede di buon occhio l'approvazione rapida di una legge che porterebbe al voto anticipato: "Ci va bene qualsiasi legge elettorale, basta andare al voto subito".

Area Popolare - Chi lancia strali contro l'accordo dei big è il partito di Alfano. A preoccupare il ministro degli Esteri è la soglia di sbarramento, troppo alta, che costringerebbe Ap a rimettersi sotto il cappello berlusconiano e le toglierebbe quell'importante potere contrattuale di cui ha beneficiato nel corso di questa legislatura. Alfano si è detto "deluso" da Renzi. Il capogruppo Maurizio Lupi, invece, ha minacciato: "A questo punto il Pd voti le fiducie al governo con Grillo e Berlusconi".

Sinistra - Le formazioni a sinistra del Pd sono contrarie, come testimonia l'appello promosso da Campo Progressista, la formazione di Pisapia, e sottoscritto dagli scissionisti di Articolo 1-Mdp e anche da alcuni parlamentari dem. "Purtroppo il Pd pare abbia abbandonato l'idea di ricostruire il campo dei progressisti per costruire, ancora una volta, le larghe intese con la destra", recita il documento. La legge tedesca, tuttavia, darebbe una spinta decisiva alla costruzione di una formazione unica di sinistra, che vada da Pisapia a Fassina e Civati passando per i bersaniani.

Davide Lombardi

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