La spinta del Green pass si inizia a vedere, nelle ultime due settimane i vaccini somministrati sono aumentati di un terzo. Ma rimane un’importante fetta di italiani irremovibili nella loro scelta di non vaccinarsi, sono ancora 7,6 milioni gli italiani che non hanno fatto neanche una dose.

A fare più resistenza sono i 30-49enni, mentre è alta l’adesione tra i più giovani, magari spinti dal desiderio di socialità. Tra i 20-29enni l’80,5% si è immunizzato, 3 milioni di ragazzi tra i 12 e i 19 anni hanno fatto le due dosi, il 68,27% ha già fatto la prima.

Sono in totale 88 milioni i vaccini finora somministrati, con l'81,9% della popolazione over 12 che ha completato il ciclo. Una percentuale che sfiora l'86% se si considera chi ha fatto almeno una dose.

Se nella prima settimana di ottobre sono stati 830mila i vaccini, in quella appena conclusa sono stati oltre 1,2 milioni (il 35% in più). E di queste 345mila sono state prime dosi.

Ma il 17,75% tra i 30 e i 39 anni e il 17,52% tra i 40 e i 49 anni sfuggono ancora. In numeri assoluti è quest'ultima fascia (40-49) ad avere il numero più alto di non vaccinati: 1.539.524, mentre gli italiani tra i 30 e i 39 anni senza prima dose sono 1.205.796.

Un’importante fetta della popolazione attiva che preferisce effettuare i tamponi per ottenere il Green pass. Magari convinti che sarà valido fino al 31 dicembre, data in cui scade l’attuale stato di emergenza.

Ma, avverte il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, "il Green pass lo terremo per diversi mesi ancora, anche una parte del 2022. Prima di abolirlo dovremmo riaprire tutto, ad esempio le discoteche al 100%, poi eliminare la distanza e infine la mascherina. Non bisogna togliere tutto appena si raggiunge il 90% dei vaccinati, quel 90% va mantenuto".

TERZE DOSI – Sono 900mila quelle somministrate. "La terza dose sarà necessaria per certe categorie specialmente", ha confermato il premier Mario Draghi, che ha ribadito: "Ciò che è importante è che la campagna di vaccinazione continui ad andare bene. Noi abbiamo vaccinato di più di altri Paesi Ue e a dispetto dell'Inghilterra abbiamo mantenuto delle cautele".

Oltre che alle persone con sistema immunitario debilitato, agli ospiti delle Rsa e agli over 80, il governo ha allargato la platea dei destinatari del booster a chi ha altre patologie concomitanti e agli over 60 a distanza di almeno 6 mesi dalla seconda dose, le stesse categorie cioè alle quali viene raccomandata anche la vaccinazione anti-influenzale.

E i giovani? "In questo momento non sappiamo ancora quanto presto dovremo rivaccinare le persone più giovani per far sì che il virus continui a circolare poco", ha spiegato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: "Probabilmente ci sarà un po' di tempo per decidere se e quando rivaccinarli, anche perché i giovani sono stati vaccinati dopo rispetto ai fragili e agli anziani". 

(Unioneonline/L)

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