Ha ucciso «senza un reale motivo, stressato a causa non solo della gestione delle due ragazze e della doppia relazione, ma anche per il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro».

Lo ha detto Alessandro Impagnatiello cercando di giustificare l'omicidio di Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese, di cui inizialmente aveva denunciato la scomparsa. Una denuncia che ha retto poche ore: l'uomo alla fine è crollato e ha confessato di averla accoltellata lo scorso sabato sera nella loro abitazione di Senago, nel Milanese, dopo che lei si era incontrata con l'altra e aveva scoperto il tradimento.

«Mentre mangiavo una piadina – ha messo a verbale il 30enne – Giulia è andata in cucina per preparare la cena e ha iniziato a tagliare dei pomodori. Io ero in sala che finivo la mia piadina quando Giulia ha riaperto la discussione sul tradimento (ne avevano parlato già nel pomeriggio, ndr) dicendomi che la vita le era diventata pesante, che non riusciva più a vivere».

E lui, il barman dell’Armani Bamboo, l’ha colpita al collo con un coltello da cucina: «Le ho dato due coltellate alla gola, ha tentato di divincolarsi ma non riusciva, lo faceva in modo debole. Non ha nemmeno urlato. Erano le 20.30».

Poi «lei era a terra e ho pensato a come liberarmi del corpo, così l’ho portata in bagno e le ho dato fuoco nella vasca». Ma non ci è riuscito, per questo ha gettato il corpo tra le sterpaglie a ridosso dei box di una palazzina vicina alla sua.

«L’unica forma di pentimento che ha un senso è togliermi la vita», ha detto Alessandro al suo legale, Sebastiano Sartori. Ieri la gip Angela Minerva ha disposto il carcere per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Il giudice non ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

In merito alla giustificazione data dell'omicidio, il giudice ha sottolineato che il barman «ha adottato una soluzione estrema per sottrarsi ad una situazione di stress e che pertanto potrebbe nuovamente determinarsi ad una soluzione quale la fuga per sottrarsi alle conseguenze del procedimento", ossia il carcere. «Inoltre - ha aggiunto il gip - ha dimostrato di avere capacità reattive che gli hanno consentito nelle ore successive e per alcuni giorni di dissimulare la realtà» facendo credere che Giulia fosse sparita.

Vengono sottolineati anche i «tratti caratteriali dell’indagato» che, oltre ad aver manifestato «capacità manipolativa e instabilità emotiva sperava, avendo eliminato Giulia Tramontano, di proseguire la relazione con l’altra donna, la quale invece, avendo scoperto la doppia relazione, lo aveva allontanato frustrando le sue aspettative».

In attesa dell'autopsia, le indagini vanno avanti per capire se il 30enne sia stato aiutato a sbarazzarsi del corpo senza vita di chi lo avrebbe reso padre per la seconda volta (ha già un figlio di sei anni da una precedente relazione). 

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata