Sabato, all’entrata del feretro di Vittorio Emanuele nel Duomo di Torino, risuoneranno le note dell’Inno Sardo, “Hymnu sardu nationale”, brano di Giovanni Gonella con testo in sardo di Vittorio Angius.

Scritto per Carlo Alberto di Savoia e dotato anche di un testo italiano, fu molto caro ai regnanti, che lo utilizzarono assieme alla Marcia reale in diverse pubbliche occasioni fino al 1937. E lo stesso Vittorio Emanuele in vita aveva espresso il desiderio che ai suoi funerali venisse eseguito.

Alle esequie parteciperanno diverse case reali d’Europa: Alberto di Monaco, la Casa Imperiale di Francia, gli Asburgo, il principe capo della Casa Reale di Albania, Giorgio di Russia, Carlo di Borbone di Napoli, il principe ereditario di Portogallo. Contatti anche con le case reali di Spagna, Grecia e Serbia.

La bara del figlio dell'ultimo re d'Italia sarà disposta a terra come da tradizione. Come se fosse un re, appunto: intorno ci sarà la Guardia d'onore del Pantheon presieduta dal comandante Ugo D'Atri. In prima fila il figlio Emanuele Filiberto con la madre Marina Doria. Saranno anche posizionati due maxischermi in piazza dai quali sarà possibile seguire la funzione funebre.

Il feretro arriverà in chiesa alle 14.50 mentre i funerali avranno inizio alle 15. Le spoglie di Vittorio Emanuele saranno sepolte "in forma strettamente privata" nella cripta reale nella Basilica di Superga. Venerdì 9, dalle 12.30 alle 21, sarà invece allestita la camera ardente nella chiesa di Sant'Uberto, all'interno della Reggia di Venaria, alle porte di Torino.

(Unioneonline/L)

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