Non è stato possibile individuare «con incontrovertibile certezza» la causa dell'incidente che però «è ragionevolmente riconducibile alla perdita di controllo dell'aeromobile da parte del pilota», tra la scarsa familiarità con aeroporto e comandi e la «pressione operativa» per la fretta di arrivare a Olbia.

È quanto si legge nella relazione finale d'inchiesta pubblicata oggi dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) relativa all'incidente aereo avvenuto a Milano non lontano dall'aeroporto di Linate il 3 ottobre 2021 che costò la vita a 8 persone, dirette a Olbia: ai comandi Dan Petrescu, 67 anni, proprietario e pilota dell’aereo, doppia cittadinanza tedesca e romena e ricco immobiliarista. Stava raggiungendo con la famiglia Olbia, dove possiede una villa e dove ad attenderlo c’era la mamma di 98 anni:  con lui la moglie Regina Dorotea Petrescu Balzac (65), il figlio Dan Stefan Petrescu (30) e il suo partner, il canadese Julien Brossard (35). A bordo anche una famiglia di amici: Filippo Nascimbene, 33enne pavese, la moglie Claire Stephanie Caroline Alexadrescu, il loro figlio di un anno, Raphael, e la suocera Miruna Anca Wanda Lozinschi.

Quel 3 ottobre 2021, una domenica, tutti e otto avevano deciso di raggiungere Olbia dopo aver celebrato il battesimo del bambino. Ma il piccolo aereo da turismo, decollato da Linate, è precipitato pochi minuti dopo e si è polverizzato schiantandosi sulla facciata di una palazzina a due piani al confine con San Donato. Secondo quanto spiegato nella relazione di 177 pagine, «non sono emerse carenze manutentive a carico dell'aeromobile» e non c'erano condizioni meteorologiche particolarmente avverse dato che «non è stata riportata presenza di ghiaccio alle quote interessate dall'aeromobile nel corso del volo dell'incidente».

«Non è stato possibile escludere categoricamente l'insorgenza di un'avaria che possa avere compromesso la controllabilità dell'aeromobile - si legge - tuttavia, tale ipotesi, sulla base delle evidenze acquisite, risulta essere la meno probabile».

È accertata invece «una vistosa deviazione dal percorso previsto dalla partenza strumentale standard senza dichiarazione di eventuali sopraggiunte problematiche tecniche da parte del pilota» durante la quale ha perso il controllo dell'aereo - precipitato a «una velocità verticale di 32.448 piedi al minuto», cioè 164 metri al secondo - perché «può esservi stata una saturazione dei processi cognitivi del pilota, con conseguente canalizzazione dell'attenzione sul sistema di navigazione, che avrebbe verosimilmente distolto l'attenzione del pilota dalla condotta basica e manuale del velivolo».

«Si ritiene che possa aver contribuito al mancato controllo dell'aeromobile, come anche ad una non adeguata gestione di una eventuale avaria tecnica non catastrofica, una carenza di addestramento ricorrente», conclude la relazione. 

(Unioneonline/D)

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