I dati della scatola nera dell’aereo diretto a Olbia e precipitato a San Donato Milanese lo scorso 3 ottobre, sono fermi al mese di aprile.

E’ quanto emerge dai primi accertamenti sulla memoria del Pilatus, l'aereo privato che un mese e mezzo fa per motivi ancora da chiarire si è schiantato su un edificio vuoto causando la morte delle 8 persone a bordo: il pilota e magnate romeno Dan Petrescu, la moglie 65enne e suo figlio 30enne oltre a una coppia di amici con figlio piccolo e suocera. 

Per quel tipo di velivoli il registratore di volo non è obbligatorio: è un dispositivo che deve essere attivato, seguendo determinate procedure, e costantemente sottoposto a manutenzione. Ma gli accertamenti tecnici dei laboratori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo non si sono ancora conclusi.

Se dovesse arrivare la certezza che in memoria non ci sono dati relativi a quel tragico 3 ottobre, a quel punto l'inchiesta dovrà muoversi attraverso ipotesi su ciò che potrebbe essere accaduto, con l'analisi dei video che hanno ripreso la caduta, dei dialoghi tra il pilota e la sala radar di Linate, dei pezzi rimasti del velivolo, tra cui parte del motore, e con gli accertamenti medico legali sui resti delle vittime e in particolare del pilota.

Tra le ipotesi l'errore umano, ossia una manovra sbagliata o azzardata durante un cambio di rotta, o un malore del pilota. Non si possono nemmeno escludere problemi o avarie del Pilatus. Il pilota, comunque, non lanciò alcun allarme specifico alla sala radar, a cui aveva chiesto la rotta per rientrare in aeroporto poco dopo il decollo.

(Unioneonline/D)

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