«Diciassette sardi fra le vittime della sciagura aerea di Torino».

Questo il titolo in prima pagina de L’Unione Sarda del 2 gennaio di cinquant’anni fa, a proposito della tragedia avvenuta 24 ore prima, quando un Fokker della compagnia Itavia (volo IH 897) decollato da Cagliari precipitò in fase di atterraggio all’aeroporto piemontese di Caselle.

Furono 38 le vittime, 17 erano originarie della Sardegna, 4 i sopravvissuti.

L’aereo era decollato poco dopo le 10.30 da Elmas per fare scalo a Bologna e Torino prima di giungere a Ginevra, destinazione finale. Da Bologna era ripartito alle 12.40, durante l’avvicinamento all’aeroporto di Torino, erano da poco passate le 13.30, le condizioni meteo sfavorevoli e la scarsa visibilità causata dalla nebbia provocarono la tragedia, complice un errore del pilota.

Il velivolo prima toccò la cima di un pioppo, a circa 15 metri di altezza, poi entrò in collisione con la parte superiore di un capannone in costruzione, quindi iniziò una rotazione fino a quando l'ala destra e i piani di coda colpirono il suolo e si staccarono dall'aereo. Mentre il velivolo continuava a ruotare anche l'ala sinistra colpì il terreno e si staccò dalla fusoliera che a sua volta si schiantò a terra e, rovesciata, si fermò contro una cascina agricola.

Inizialmente si ipotizzò il guasto, poi fu accertato dai magistrati l’errore dei piloti Domenico Romeo e Giulio Montanari, entrambi morti nello schianto.

A bordo dell’aereo c’era, tra le altre, l’intera famiglia Cotza: padre, madre e quattro figli. Persero la vita Efisio di 47 anni, i figli Sandro di 15, Rosalba di 17 e Tiziana di 13. Tra i sopravvissuti la madre Eliana Ruggiu, 37 anni, e Piero Cotza, il figlio maggiore 19enne.

(Unioneonline/L)

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