È arrivata alla procura di Roma la prima informativa trasmessa dalla Digos sulla manifestazione di domenica scorsa in via Acca Larentia a Roma per commemorare il 46esimo anniversario dell'uccisione di tre giovani militanti di destra: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Stefano Recchioni.

Sono al momento cinque le persone denunciate. Alla manifestazione erano presenti militanti di estrema destra e alcuni appartamenti a frange del tifo ultras.

I magistrati dovranno valutare se procedere con l'apertura formale di un fascicolo di indagine.

I poliziotti hanno identificato alcuni dei partecipanti e stilato una relazione su quanto accaduto. Gli inquirenti sono al lavoro sui filmati delle telecamere che hanno immortalato le varie fasi dell'evento.

Non ci sono state sostanziali novità nell'iniziativa di quest'anno. Circa mille persone vi hanno preso parte: tutte a volto scoperto e molte ben note agli investigatori che hanno a che fare con gli ambienti della destra romana. Vestiti di nero, si sono mossi come una falange posizionandosi davanti al piazzale antistante l'ex sezione dell'Msi dove è dipinta una grande croce celtica per terra. C'è stato quindi il tradizionale rito del "presente" urlato a squarciagola per i "camerati caduti" il 7 gennaio del 1978. Toccherà ai magistrati valutare se con le loro azioni i militanti hanno violato le norme.

C'è la legge 645 del 1952, la cosiddetta legge Scelba, che ha introdotto l'apologia del fascismo (articolo 4) che punisce con pene fino a due anni di reclusione chiunque "pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista". La stessa legge all'articolo 5 prevede l'arresto fino a tre mesi per chiunque "con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista". Nel 1993 è stata la volta della legge Mancino, con finalità analoghe.

Sentenze della Cassazione e della Corte costituzionale hanno però ristretto la possibilità di applicazione di queste leggi.

Tra i militanti che hanno partecipato alla commemorazione di domenica non trapela comunque preoccupazione per eventuali conseguenze giudiziarie. CasaPound ha annunciato che ogni 7 gennaio sarà in via Acca Larentia.

«La Cassazione - ha detto da parte sua Daniele Schiavulli, ex componente di Forza Nuova - ha già dichiarato che il saluto romano non è reato e quindi non è normale dovermi giustificare per un reato che non ho commesso».

In realtà potrebbe arrivare il prossimo 18 gennaio dalla Cassazione la sentenza definitiva sul saluto romano nelle manifestazioni pubbliche. In passato la Corte si era pronunciata sulla questione con decisioni in alcuni casi contrastanti. 

(Unioneonline/v.l.)

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