Capoterra: «Negata la terapia del dolore a un malato oncologico terminale»
I parenti di Giuseppe Caria, 53 anni: «Il sistema sanitario non ha ancora fornito le pompe per l’infusione di morfina»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La sua è una lotta quotidiana contro un male incurabile, e solo attraverso la terapia del dolore può sopportare quei dolori diventati ormai lancinanti, ma a Giuseppe Caria, 53 anni di Capoterra, questa possibilità viene preclusa.
Questo perché il sistema sanitario regionale, nonostante le continue richieste dei familiari, non è ancora riuscito a fornirgli quelle pompe elastomeriche che servono per l'infusione di morfina.
A raccontare il calvario del 53enne è la nuora, Giulia Dessì: «Mio suocero è un malato oncologico terminale, seguito in casa dall’Assistenza domiciliare integrata. Nonostante le numerose difficoltà che affrontiamo quotidianamente dovute alla malattia siamo costretti anche a fare i conti con la Farmacia Territoriale che ci lascia senza ausili per accudirlo: nonostante l’attrezzatura sia stata ordinata da tempo, nessuno è in grado neppure di dirci quando e se arriverà».
«Ci è stato detto – prosegue Giulia Dessì – di recarci all’ospedale Businco e chiedere lì di avere queste pompe elastometriche, ma questo è impossibile perché una volta che il malato viene preso in carico dall’Adi l'ospedale non può più ordinare ausili e farmaci a nome suo, e soprattutto non può privare i pazienti a cui sono destinati gli ausili per uno esterno. Non sappiamo più a chi rivolgerci: sicuramente in queste condizioni ci sono anche altri malati e le loro famiglie, lasciati come noi in balia degli eventi».