Otto fotografie che raccontano il mondo permettendo ai piccoli pazienti di evadere dal luogo in cui si trovano e di proiettarsi in paesi lontani con l'immaginazione.

Il reparto di Pediatria dell'ospedale San Martino di Oristano l'arte diventa una terapia grazie alla mostra fotografica “Bagiatama” di Federica Marras, operatrice del Centro Servizi Culturali della città. “Bagiatama” è una selezione fotografica nata dai viaggi in quattro paesi: Bali, Giappone, Thailandia e Marocco, le cui prime sillabe danno il nome alla mostra.

Dal volto timido di una bambina alle gheishe giapponesi, passando per le stoffe colorate del mercato di Marrakech, gli otto scatti permettono a chi li osserva di viaggiare da fermi.

«A seguito di un percorso di studi in arte-terapia, la mia missione è diventata quella di esporre i miei lavori in contesti in cui si trovano persone che difficilmente possono viaggiare, svagarsi o andare a vedere una mostra - ha spiegato l'artista - Da qui l'idea di allestire questa piccola mostra fotografica nel reparto di Pediatria, per i bambini che qui sono ricoverati e per i loro accompagnatori».

L'esposizione, visibile fino al 25 giugno, ha anche lo scopo di stimolare i bambini all'interazione e all'azione: accanto ai pannelli espositivi è stato allestito un tavolino con dei cartoncini colorati e dei pastelli che i piccoli pazienti potranno utilizzare per scrivere un pensiero o disegnare sulla scorta delle suggerimenti forniti dalle foto.
I materiali raccolti saranno poi esposti durante la rassegna estiva allestita nel Giardino del Centro Servizi Culturali di Oristano, che quest'anno avrà come tema proprio “Viaggi e SpostaMenti”. «Abbiamo accolto con estremo piacere la proposta dell'artista Federica Marras e del Centro Servizi Culturali di Oristano di ospitare qui la mostra fotografica – ha detto la direttrice del reparto di Pediatria e Neonatologia Enrica Paderi – perché l'ospedale non è e non deve essere solo un luogo dove si cura la malattia, ma la persona, e dove i nostri piccoli pazienti possono provare anche delle emozioni positive, come quelle che si provano nell'osservare questi scatti». 

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